Autunno nero, è boom di casi Covid "Ma l’influenza colpisce più persone"

Rispetto all’anno scorso i positivi sono aumentati di quasi dieci volte. Biagetti (Ausl): "Il virus stagionale però è presente nel 23% dei test"

Il fantasma del Natale presente fa impallidire quello del passato. E non basterebbe Dickens per dire quanto l’impatto della pandemia sia superiore a quello che il Covid aveva un anno fa, nello stesso periodo. E allora ci pensano i dati, nello spiegare un trend in vertiginosa salita tanto che nel solo mese di ottobre il territorio riminese ha assistito a un numero di nuovi positivi quasi decuplicato rispetto al 2021. Erano infatti 852 i nuovi casi dell’ottobre di un anno fa, contro i 6.661 registrati nello stesso mese del 2022. Più tamponi, più contagi? L’assioma è scaduto, perché se la percentuale di casi in rapporto ai test eseguiti in passato era del 2,6% a ottobre e del 5,8% a novembre 2021 – compresi i primi giorni di dicembre –, per questo 2022 si è passati a un meno confortante 25,8% a ottobre e quasi 23% a novembre e primi giorni di dicembre, con 6.823 nuovi casi in tutto contro i 5.373 del 2021.

Meno mascherine, diciamo pure nessuna. Distanziamento azzerato e ripresa totale delle attività sociali hanno sicuramente spinto il ritorno dell’onda, con sempre meno tavole da surf – i vaccini – per cavalcarla, dal momento che la copertura della quarta dose nella popolazione fragile resta sotto il 50%. E non solo. Perché il mare in burrasca ora ha aggiunto un nuovo vecchio nemico. Quell’influenza che ha persino superato la concorrenza del Covid, dal momento che – sebbene in uno spettro ristretto – "il 23% di mille test che eseguiamo nel nostro Pronto soccorso a pazienti che potrebbero necessitare di ospedalizzazione risulta positivo al virus influenzale. Il 16% al Covid", relaziona Carlo Biagetti, direttore dell’Uo di Malattie infettive dell’Infermi.

"Rispetto all’anno scorso per quanto riguarda la pandemia assistiamo a differenze importanti – scandisce ancora Biagetti –. Siamo nell’era Omicron, un virus più contagioso sì, ma con una platea che giova di un’immunità ibrida in grado di arginare la degenerazione della malattia, meno il contagio". Per questo, a un cambio di passo in negativo per i numeri di casi i ricoveri non sono proporzionali. "Dal punto di vista del riempimento delle terapie intensive il 2021 è ben lontano fortunatamente e adesso la sfida resta la gestione di persone che a causa di Covid o influenza si vedono un quadro clinico con problematiche pregresse aggravato dal virus – analizza ancora il dirigente sanitario –. Se pensiamo che i contagi ora sono ben superiori ai dati noti, dal momento che i tamponi sono meno e che molti positivi non si autodenunciano dopo un test rapido a domicilio, e che l’influenza ha iniziato a colpire duro con anticipo, al netto di vaccinazioni drammaticamente basse, allora è chiaro che ci stiamo trovando a vivere una situazione di suscettibilità dei pazienti molto aumentata. E favorita, in un caso e nell’altro, dalla libera circolazione dei virus". Un fenomeno che giocoforza "si porta dietro anche un aumento della mortalità dovuta all’aggravarsi dei quadri sanitari già compromessi", conclude Biagetti. Non a caso solo nella scorsa settimana 9 sono state le morti di pazienti positivi. Nello stesso periodo del 2021? Due.

Francesco Zuppiroli