Gli agenti della polizia di Stato di Rimini ora vogliono vederci chiaro. Vogliono capire se il tentativo di adescare due dodicenni anni, studentesse delle medie ‘Bertola’ – che venerdì scorso sono state approcciate da un uomo che si è avvicinato in auto invitandole a salire per scattare delle foto delle loro scarpe e dei loro piedi – sia solamente un episodio isolato o nasconda risvolti ancora più inquietanti. L’indagine prosegue nel massimo riserbo, dopo l’apertura in Procura di un fascicolo nel quale si ipotizza il reato di violenza privata. Nel frattempo però gli inquirenti hanno già identificato una persona e hanno perquisito la sua casa. Si tratta di un riminese di 21 anni, difeso dall’avvocato Stefania Lisi.
Gli investigatori hanno sequestrato i dispositivi mobili trovati nell’abitazione: computer e cellulari. Con il supporto di un perito, saranno ora scandagliati attentamente. Gli inquirenti, inoltre, stanno vagliando le segnalazioni fornite da studenti e studentesse che quella mattina, attorno alle 7.30, si trovavano nella zona di via Acquario, teatro dei presunti tentativi di adescamento. Qualcuno avrebbe fornito una descrizione dell’uomo che si è avvicinato alle ragazzine e della sua macchina, riuscendo anche a fotografarla. I due episodi si sarebbero svolti a pochi minuti di distanza l’uno dall’altro, con lo sconosciuto che avrebbe tentato l’approccio prima con una ragazzina e poi con l’altra. Dopo averle affiancate in auto, le avrebbe invitate a salire a bordo per scattare delle foto delle loro scarpe e dei loro piedi. La prima si sarebbe allontanata quasi subito, mentre la seconda avrebbe accettato di salire in auto. Dopo pochi minuti, notando qualcosa di strano nel comportamento dello sconosciuto e iniziando a insospettirsi, avrebbe però aperto la portiera di scatto e sarebbe scappata di corsa. Sono state le stesse ragazzine ad avvisare il personale scolastico che ha contattato i genitori, i quali poi i hanno deciso di fare denuncia in Questura a carico di ignoti.
La notizia è rimbalzata subito nelle chat di WhatsApp dei genitori, diffondendosi così a macchia d’olio tra le famiglie comprensibilmente allarmate. La dirigente della scuola media ’Bertola’ ha pubblicato un avviso sulla bacheca dell’istituto e allertato i coordinatori di classe. Intanto la polizia, coordinata dal pm Davide Ercolani, sta indagando visto che altri episodi sarebbero accaduti nei pressi di un centro sportivo della zona.
Lorenzo Muccioli