Rimini, bambino di due mesi maltrattato. I genitori a processo

Il piccolo era arrivato in ospedale con una grave emorragia

ll padre del bambino era arrivato al pronto soccorso disperato perchè il piccolo non dava segni di vita: gli esami medici avevano svelato le lesioni

ll padre del bambino era arrivato al pronto soccorso disperato perchè il piccolo non dava segni di vita: gli esami medici avevano svelato le lesioni

Rimini, 19 aprile 2019 - Una madre e un padre sotto processo con l’accusa di avere maltrattato il figlioletto di due mesi. Di averlo scosso perchè non smetteva di piangere, fino a farlo svenire. Il piccolo aveva riportato lesioni gravi e da allora è affidato a una famiglia.

I fatti risalgono al luglio del 2014. Quando un papà di 24 anni era arrivato al pronto soccorso con un bimbo di due mesi in braccio che non dava segni di vita. «Mio figlio non sta bene – aveva detto il ragazzo spaventato – dopo avere pianto a lungo si è ammutolito all’improvviso».

Il piccolo non reagiva e i medici avevano compreso subito che la situazione era molto seria. Avevano sottoposto il piccolo a tutti gli accertamenti, e avevano scoperto che il bambino aveva un trauma all’encefalo e un’emorragia in atto. Lesioni compatibili con il cosiddetto ‘trauma da scuotimento’: qualcuno aveva scosso il piccolo fino a provocare quel macello. Sicuri quindi che le cose non fossero andate come aveva raccontato il ragazzo, i medici avevano fatto partire subito la segnalazione alla Polizia.

Il padre non ci aveva messo molto a crollare e a confessare che aveva mentito. Il figlio, aveva ammesso con gli investigatori, piangeva in continuazione. «Non ci faceva più vivere» aveva raccontato disperato, e quel giorno aveva perso completamente la testa: l’aveva scosso con violenza, fino a quando non aveva smesso di piangere.

Senza rendersi conto che stava rischiando di ucciderlo. Il giovane padre si era preso tutta la colpa, lasciando fuori la moglie e che in quel momento non era presente. Ma le indagini non si erano fermate lì, gli inquirenti avevano approfondito, e dagli elementi raccolti, avevano concluso che anche da parte della ragazza c’era scarsa attenzione nei confronti del figlioletto, e gli indagati per maltrattamenti erano diventati due.

La situazione del bambino aveva tenuto con il fiato sospeso, ma alla fine il piccolo ce l’aveva fatta, anche se per un periodo si è portato dietro problemi agli occhi e all’udito che ora sono scomparsi.

Per il bimbo, affidato a una famiglia (dove si trova ancora) era stato nominato un curatore speciale, l’avvocato Valentina Broccoli, che nel processo rappresenta appunto la parte civile. Processo che vede alla sbarra due genitori accusati di maltrattamenti, difesi dall’avvocato Umberto De Gregorio, e che ieri è entrato nel vivo con la testimonianza degli investigatori, di due medici e dell’assistente sociale.