Rimini, 2 settembre 2023 – Il cortile della casa è un cantiere a cielo aperto. Gli operai stanno ancora finendo di sistemare l’appartamento dove Samuel Imbuzan, il bambino di 11 anni morto nell’esplosione di un camper in Sardegna (video), si sarebbe dovuto trasferire nei prossimi mesi, insieme alla sorella Giada, al fratello Thomas, il padre Daniel Romulus e la mamma Tatiana Lisi.
La famiglia si stava preparando a lasciare l’abitazione sulla Consolare Rimini - San Marino, a Cerasolo, proprio accanto all’azienda per la lavorazione del legno di papà Romulus, artigiano e piccolo imprenditore rumeno di 52 anni, per trasferirsi al Villaggio Primo Maggio.
Il nonno materno Giancarlo ha gli occhi umidi e la faccia scura, che però si illumina quando parla del nipotino, il più piccolo di cinque. "Era un bambino un po’ timido, ma con una dolcezza che non si può descrivere. A settembre avrebbe iniziato le scuole medie. Qualche giorno fa l’altra mia figlia, la zia di Samuel, mi ha mostrato un video in cui si lo si vedeva nuotare, felice e sereno, nel mare della Sardegna, insieme ad un cane. Ancora stento a crederci. Non c’è giustizia su questa terra".
I parenti sono raccolti attorno alla tavola. Aspettano una telefonata dall’ospedale di Sassari, dove la coppia di genitori è stata ricoverata dopo l’incendio: lei non è in pericolo di vita, ma ancora sotto choc, lui ha ustioni sul 40 per cento del corpo e probabilmente dovrà operarsi alla gamba. Sfogliano le foto del piccolo Samuel sui loro cellulari, quel sorriso radioso cancellato per sempre dalle fiamme, spazzato via in un attimo su quella spiaggia assolata circondata dalla macchia mediterranea tra Golfo Aranci e Olbia.
"Romulus e Tatiana non hanno più nulla – confida, allargando le braccia, la sorella di lei, Tamara Lisi –. L’esplosione si è portata via tutto: il camper, i soldi, i cellulari, i vestiti. Sono soli, a centinaia di chilometri da casa, anche se presto un’amica li raggiungerà. Per fortuna stiamo ricevendo tanta solidarietà, a cominciare dall’assessore del Comune di Rimini, Kristian Gianfreda. Mi auguro che anche le istituzioni sarde stiano vicine a mia sorella e suo marito".
Il pianto prende il sopravvento, pensando a quella vacanza da sogno diventata un incubo. "Erano partiti venerdì scorso, sarebbero rientrati tra poco – continua la zia di Samuel –. Fanno spesso le vacanze in camper, ed erano già stati da quelle parti, conoscevano bene la zona. Un posto stupendo, a due passi da una spiaggia da favola. Ancora non è chiaro cosa sia successo, questo dovranno essere le indagini a stabilirlo. So solo quello che mi ha riferito mia sorella.
Verso l’ora di pranzo era insieme a Samuel nel camper. Lui stava giocando con il cellulare, lei gli ha chiesto se voleva andare a fare il bagno oppure mangiare. Lui ha risposto che voleva le lasagne. Poi c’è stata un’esplosione, fortissima, devastante, seguita dalle fiamme e dal fumo. Tutto si è svolto in maniera veloce, troppo veloce. Romulus si è lanciato nel fuoco, ha provato a portare via il bambino, ma non ce l’ha fatta. Da quel che sappiamo, l’esplosione sarebbe partita da un altro camper, che si trovava vicino a quello di mia sorella. Non sappiamo di chi fosse il mezzo, se di amici oppure di altri campeggiatori. Dentro non c’era nessuno".
L’area in cui si è sviluppato l’incendio, un tratto del litorale di Bados che durante l’estate viene spesso preso d’assalto dai camperisti, è stato recintato per impedire l’accesso. Mezzo ettaro di vegetazione, lì intorno, è stato divorato dalle fiamme. Accanto ai rottami carbonizzati del camper, ieri mattina, qualcuno ha deposto un orsetto di peluche e un mazzo di fiori.