Banca Valconca, la svolta "Da Cherry l’offerta giusta Nessuna filiale chiuderà"

Parlano i commissari straordinari dopo l’accordo con l’istituto di credito veneto "Marchio e personale al sicuro, vogliamo concludere la fusione entro fine anno".

Banca Valconca, la svolta  "Da Cherry l’offerta giusta  Nessuna filiale chiuderà"

Banca Valconca, la svolta "Da Cherry l’offerta giusta Nessuna filiale chiuderà"

di Giuseppe Catapano

L’offerta migliore. Nell’accordo quadro che definisce la fusione per incorporazione di Banca Popolare Valconca in Cherry Bank ci sono tutti i ‘paletti’ posti dai commissari Livia Casale e Francesco Fioretto. E infatti, chiariscono i professionisti chiamati da Bankitalia per amministrare l’istituto di credito con sede a Morciano, l’offerta di Cherry è stata "l’unica che rispettasse i requisiti in termini di perimetro di Banca Popolare Valconca oggetto di aggregazione, di valorizzazione del rapporto con i soci attuali, di rafforzamento patrimoniale e di tutela del personale e della vocazione territoriale della banca". L’approdo auspicato dai commissari alla fine dello scorso anno, quando è cominciato il loro mandato. "Una delle condizioni poste – spiegano Casale e Fioretto – era trovare un’offerta che valorizzasse la Popolare Valconca nel suo perimetro complessivo". Missione compiuta. Giovanni Bossi, ad di Cherry Bank, ha subito chiarito che la fusione "non comporterà tensioni per il personale". Anche perché "le filiali di Bpv – confermano i commissari – resteranno tutte operative, col marchio Banca Popolare Valconca. Altre aperture? Dipenderà dai piani della nuova banca, ma è importante aver garantito il mantenimento delle filiali attuali".

L’accordo prevede l’assegnazione ai soci Banca Popolare Valconca di azioni ordinarie di nuova emissione di Cherry Bank – nel rapporto di una azione ordinaria di Cherry Bank per ogni azione ordinaria di Banca Popolare Valconca – prive di indicazione del valore nominale, grazie alle quali i soci di Banca Popolare Valconca arriveranno a detenere il 10% del capitale sociale di Cherry Bank post fusione. "Si tratta di un’offerta particolarmente attenta alle esigenze del corpo sociale. La fusione per incorporazione in Cherry – osservano Casale e Fioretto – consentirà di recuperare la sostenibilità e la redditività grazie all’ibridazione, col business model di una banca specializzata. Il concambio? Ciò che va valutato è il progetto industriale, che prevede la tutela dell’occupazione, dei presidi commerciali e del marchio nella sua globalità. L’integrazione con una realtà specializzata, ad oggi unica nel settore per tassi di crescita e diversificazione delle aree di business in cui opera, con un Roe al 31 dicembre scorso pari al 22,2% e prospettive di ulteriore incremento, consentirà di generare valore nel lungo termine per gli azionisti e per il territorio. Oltretutto l’accordo prevede misure per quei soci che volessero liquidare le proprie azioni". Bossi si è impegnato personalmente ad acquisire o far acquisire azioni per un controvalore massimo complessivo pari a due milioni.

E ora? "Bisogna aspettare l’autorizzazione di Bankitalia". Poi dovranno esprimersi i soci dei due istituti di credito: "Si potrebbe ipotizzare fine novembre come termine. Il nostro obiettivo è perfezionare la fusione entro fine anno". Ma prima ci saranno incontri con i soci per spiegare i dettagli dell’accordo con Cherry Bank.