Riapre il bar Jole sul porto di Rimini. Lei, 85 anni: "Ero certa di tornare"

Il ritorno a due anni dalla demolizione, la storica titolare: "Non mi sono mai arresa e adesso siamo di nuovo qui"

Il personale del chiosco con la storica titolare Jole Cenni

Il personale del chiosco con la storica titolare Jole Cenni

Rimini, 19 luglio 2022 - Signora Jole Cenni, due battute per una piccola intervista? "Mo che intervista dai, ho da lavuré ". L’esordio la dice lunga sul personaggio, che al di là dell’eloquenza, è già pronta, "Prontissima per ’scendere in campo’. Stamattina alle quattro ero già qui, a fare caffè ai pescatori". Sorride Jole Cenni, la ‘mitica Jole’, classe di ferro 1937, ovvero 85 anni da compiere il prossimo 5 novembre. Come sempre, una forza della natura di travolgente simpatia e umanità.

E’ finita questa lunga ‘quarantena’, è contenta?

"Si capisce, anche se non mi sono mai annoiata, a casa ho sempre qualcosa da fare, tra cucinare per figli e nipoti, cucire, rammendare".

Però il baretto sul porto le sarà mancato. Ha mai avuto paura di non riaprire la saracinesca?

"Mancato di sicuro, ma non ho mai avuto paura di non riaprire. Sapevo che prima o poi saremmo tornati".

In questi quattro anni sarà passata a dare una sbirciatina.

"Hai voglia, passavo sempre a dare un’occhiata. Sa quando ho iniziato a lavorare qui?"

Non proprio l’altro giorno, vero?

"Era il 1979, un anno dopo averlo rilevato con il mio defunto marito. Lo comprammo, pagandolo anche caro, l’anno precedente. Era un semplice chioschetto prefabbricato, ad apertura estiva, frequentato soprattutto da marinai e militari. Risaliva agli anni Sessanta".

Insomma, era una ragazzetta?

"Una signora sulla quarantina. Ero una bella donna".

Lo è ancora. Come ha vissuto la demolizione del chiosco, nel marzo del 2020?

"Male. Roba di cavilli burocratici. Comunque ormai è andata. Siamo di nuovo qui".

E quell’estate 2019, dopo la tabula rasa, lei ha traslocato aprendo uno ‘Spazio Jole’, un chiringuito al vicino ristorante L’Artrov di Riccardo Bianchini.

"Sì, a 81 anni ho fatto anche quello".

Davvero non si è annoiata durante l’esilio dal suo regno sul porto?

"Macché. Faccio la cuoca fissa per figli e nipoti. Non sanno fare neanche ‘ du caplèt ’. Gli preparo tagliatelle, strozzapreti, gnocchi. Tutto fatto a mano. E al pomeriggio cucio e rammendo".

È contenta della ‘Nuova Jole’?

"Bello, ma non vorrei essere nei panni dei miei figli per pagare tutti i mutui. Però andrà un po’ coperto: se fa una sburianata (vento di buriano, o bora, ndr) adesso siamo nei guai". Conclude Jole indaffarata dietro al banco, tra paste e aperitivi. Come se il tempo non fosse mai passato.