MANUEL SPADAZZI
Cronaca

Battaglia sul demanio : "Lo Stato chiede milioni per le aree del lungomare che abbiamo già pagato"

Il Comune lavora con Anci a un emendamento per cambiare la norma "Assurdo: è come continuare a versare l’affitto per una casa già comprata".

Il Comune lavora con Anci a un emendamento per cambiare la norma "Assurdo: è come continuare a versare l’affitto per una casa già comprata".

Il Comune lavora con Anci a un emendamento per cambiare la norma "Assurdo: è come continuare a versare l’affitto per una casa già comprata".

"Lo Stato continua a batter cassa e pretendere soldi su beni demaniali che abbiamo già pagato". E non sono briciole: secondo i conti fatti a Palazzo Garampi, se non cambia la norma il Comune di Rimini dovrà pagare altri 4,3 milioni per alcune aree acquisite grazie al federalismo demaniale. Parliamo del cosiddetto ’triangolone’ (la zona del porto), trasferito dallo Stato al Comune nel 2017, e di alcune aree in fregio del lungomare.

I CONTI NON TORNANO

Da mesi l’amministrazione di Rimini lavora con Anci (l’associazione dei Comuni) a un emendamento da presentare – nel prossimo decreto infrastrutture – al governo, affinché venga modificata la norma del 2013 sul federalismo demaniale che ha introdotto la riduzione dei fondi per i Comuni che ottengono immobili dallo Stato. "Il problema – sottolineano da Palazzo Garampi – è che in quella norma c’è una storpiatura che, di fatto, costringe i Comuni a versare un canone allo Stato per un periodo illimitato, per beni già formalmente acquisiti dagli enti locali stessi". Tradotto: "È come se chi acquista la casa in cui prima viveva come affittuario, sia costretto a continuare a versare l’affitto senza una scadenza". E sono parecchi soldi, nel caso di Rimini. Che per quei beni si è già visto tagliare dallo Stato 291mila euro all’anno per tre anni per un totale di 873mila euro. A questi si aggiungono arretrati già pagati per 2,5 milioni e "quelli che saranno richiesti ancora dallo Stato, per ulteriori 4,3 milioni (già stati accantonati in via prudenziale in bilancio).

OBOLO INFINITO

"Quello che preoccupa di più – continuano dal Comune – è che la norma non preveda un termine per il versamento di questo oneroso obolo da parte degli ente locali, che viene quindi richiesto per un tempo indeterminato, senza scadenza". Non solo: "Se il Comune volesse vendere o alienare i beni acquisiti grazie al federalismo demaniale, lo Stato tratterrebbe il 25% di quanto incassato". Per questo "si sta lavorando con Anci per arrivare a un emendamento che corregga l’attuale norma".

Manuel Spadazzi