Bellaria, storico bagnino va in pensione. "In 38 anni, assente solo tre giorni"

Va in pensione, dopo aver compiuto 67 anni (ma non li dimostra) il veterano degli ‘uomini rossi’: Libero Magnani, per tutti 'Laba'

Libero ‘Laba’ Magnani, va in pensione domani dopo  quasi quarant’anni di servizio in qualità di marinaio salvataggio

Libero ‘Laba’ Magnani, va in pensione domani dopo quasi quarant’anni di servizio in qualità di marinaio salvataggio

Bellaria (Rimini), 15 settembre 2018 - Quasi quarant’anni di onorato servizio. Domani appende i remi al classico chiodo. Va in pensione, dopo aver compiuto 67 anni (ma non li dimostra) il veterano degli ‘uomini rossi’ di Bellaria Igea Marina. Il popolarissimo Libero Magnani, per tutti ‘Laba’. Una trentina di colleghi lo hanno festeggiato già alcune sere fa all’agriturismo Farneto di Sogliano. Una cena tra scherzi, aneddoti e lazzi che si è conclusa con la consegna di una targa al neo pensionato. «Ho prestato servizio per 38 anni, con soltanto tre giorni di assenza per malattia», sorride Laba.

Anche questo senza dubbio un record. Il pensionamento fa il paio con quello di Maurizio Colamedici, lo scorso giugno, altro veterano. «Impossibile tenere la contabilità delle persone salvate in quasi quattro decenni – aggiunge Magnani, sposato, una figlia –, ma probabilmente sono state alcune centinaia. Una cinquantina delle quali alcuni anni addietro, nell’«anno nero» del maxi-ripascimento che aveva lasciato buche e voragini anche a poca distanza dalla riva». «Con i colleghi delle zone vicine – continua Laba – eravamo alla Cagnona, ne abbiamo tirati su un centinaio solo quell’estate». L’anno più triste, si commuove Magnani, «è stato quando è morto Cipo». Un altro veterano tra gli uomini rossi, Eugenio ‘Cipo’ Barberini, mancato prematuramente nel dicembre del 2014. Quest’anno come è andata al mare? «Per me personalmente – continua il neo pensionato – è stata una stagione balneare abbastanza tranquilla, con pochi interventi. Erano stati di più l’anno scorso, sette, quattro dei quali con ambulanza. Mai un morto in tanti anni, ma è anche questione di fortuna». Il salvataggio più difficile? «Quando ho tirato su, issandoli sul mio moscone, tre bambini che erano finiti nell’acqua alta vicino all’imboccatura degli scogli, con il mare mosso». Più difficile oggi o in passato il mestiere di salvataggio? «Oggi i genitori sono più distratti, trafficano con gli smartphone. Ma ci sono molti più anziani di un tempo, e tanti sono a rischio anche se passeggiano in un metro d’acqua. Hanno un malore e finiscono sotto. Se non li vedi in quel momento, dopo è troppo tardi». «Ringrazia tutti i colleghi e la cooperativa bagnini», chiosa Laba, gigante buono.