Bidello di Rimini adescava ragazzini sul web: "Vi aiuto a diventare stelle di YouTube"

Gli investigatori hanno scoperto scambi di messaggi a sfondo sessuale. Il 39enne a processo

I minori venivano generalmente contattati sui social network

I minori venivano generalmente contattati sui social network

Rimini, 29 settembre 2022 - Secondo la ricostruzione degli inquirenti, avrebbe contattato sul web diversi minorenni, presentandosi come un esperto nel montaggio di video musicali e offrendosi di aiutarli a conquistare follower e visibilità su YouTube per diventare così dei veri e propri influencer. In realtà, sostiene l’accusa, quello era solo un modo per carpire la loro fiducia ed entrare così nelle grazie dei giovanissimi.

Gli agenti della squadra mobile di Forlì, all’epoca, avevano ricostruito un quadro inquietante, fatto di messaggi compromettenti scambiati su WhatsApp e, in almeno due casi, baci e carezze con quei ragazzini che non avevano ancora compiuto 18 anni. L’uomo – un ex bidello riminese di 39 anni – ha scelto la strada del rito abbreviato e, insieme ai suoi legali (gli avvocati Massimiliano Orrù e Carlotta Venturi), dovrà comparire davanti al giudice monocratico del tribunale di Rimini per rispondere dell’ipotesi di adescamento di minori. Stessa accusa che grava sulle spalle della moglie, che a detta dei poliziotti gli faceva da spalla nel contattare potenziali vittime sui social network e nel tranquillizzare i genitori dei ragazzi – tutti residenti tra Rimini, Cesenatico e la Valle del Rubicone – assicurando loro che erano in buone mani.

A dare il via all’indagine, nel marzo del 2018, era stata la denuncia di una coppia di genitori che sul cellulare del figlio avevano scoperto messaggi a sfondo sessuale, con scambio di fotografie e video tra il 14enne e un uomo che anche loro conoscevano. Il ragazzino l’aveva conosciuto in occasione di alcuni spettacoli musicali organizzati dal Riminese: spettacoli che, a suo dire, servivano a promuovere i giovanissimi che volevano farsi pubblicità su YouTube e diventare delle stelle nel mondo del web.

La polizia di Forlì aveva fatto scattare subito le intercettazioni ambientali che avevano permesso di ricostruire il quadro nel dettaglio. Il bidello, a seguito delle indagini, era finito in manette, accusato non solo di adescamento ma anche di violenza sessuale.

Due, in particolar modo, gli episodi a lui contestati, rispettivamente con un 14enne e un 17enne. Nel primo caso, è stato poi accertato, si era trattato di carezze e di baci sulla fronte (secondo la difesa, per questo motivo non sarebbe configurabile il reato di violenza sessuale); nel secondo caso invece si era arrivati ad un bacio vero e proprio.

Per entrambe le vicende il 39enne è stato condannato, ma la Corte di Cassazione – accogliendo le obiezioni sollevate dall’avvocato Orrù – ha annullato la sentenza: per il caso del 17enne è stata chiesta una riformulazione del capo di imputazione e oggi è attesa una nuova udienza davanti al gup del tribunale di Forlì, mentre per quanto riguarda il caso del 14enne il fascicolo è stato rimandato direttamente all’esame dei giudici della Corte d’Appello di Bologna.