Bimbi tolti alla madre Dirigenti Ausl a giudizio

Per l’accusa, Laura Pulvirenti e Tiziana Valer avrebbero agito di loro iniziativa, violando la disposizione del Tribunale dei minori: i piccoli avevano 2 e 4 anni

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di Lorenzo Muccioli

Il gup di Rimini ha disposto il rinvio a giudizio nei confronti di due dirigenti dell’Ufficio minori dell’Ausl di Rimini, Laura Pulvirenti e Tiziana Valer. Entrambe l’accusa è di avere violato la disposizione del Tribunale per i minorenni, disponendo di loro iniziativa la totale interruzione dei rapporti tra la madre naturale e si suoi due figli, che all’epoca avevano 2 e 4 anni. La prima, oggi in pensione, deve anche rispondere del reato di diffamazione nei confronti degli ex affidatari di due minori. Secondo gli inquirenti, la decisione di affidare i minori a una struttura protetta e successivamente a un’altra famigliam cozzerebbe con quanto stabilito proprio dal Tribunale. A farsi portavoce della battaglia portata avanti dalla giovane madre sono stati gli avvocati Salvatore e Andrea Di Grazia.

Tutto comincia nel 2013. La ragazza, arrivata in Italia dall’estero in compagnia del figlio, è in attesa della secondogenita e trova ospitalità in una casa protetta. E’ una madre sola, che necessita di aiuto per poter iniziare la ricerca di un lavoro e raggiungere così l’indipendenza economica. La giovane viene presa in carico dai Servizi sociali, ai quali poco dopo il Tribunale dei Minori di Bologna, prima con un decreto provvisorio e poi con successivo decreto, affida la tutela dei bambini, con il compito di regolare i rapporti tra i piccoli e la madre, interrompendoli qualora lo ritengano necessario. Cosa che avviene a partire dal dicembre 2015. Gli assistenti sociali, nella loro relazione al tribunale, contestano (secondo la Procura, contrariamente al vero) la difficoltà da parte della madre nell’attenersi alle prescrizioni, causando disagio ai piccoli.

Gli inquirenti avrebbero invece accertato che la situazione era ben diversa, tanto che i bambini soffrivano per la lontananza della madre e desideravano ritornare da lei. L’inchiesta è coordinata dal sostituto procuratore Davide Ercolani. Secondo gli avvocati dello studio Di Grazia e il consulente della madre Camillo Valgimigli il problema "è che norme assai generiche (per esempio: cosa significa idoneità genitoriale?) consento ai Servizi di agire con una amplissima discrezionalità aggravata dal fatto che in un procedimento giudiziario, che riguarda i minori, in cui sono in gioco i diritti essenziali delle persone, si tolleri che gli operatori mai alleghino le prove della veridicità delle attestazioni inviate al giudice".

Per l’avvocato Diego Dell’Anna, che ha ricevuto l’incarico dal collega Di Grazia di costituirsi parte civile nel processo penale, "la presunzione sarebbe dovuta valere, come per tutti, anche per questa madre, accusata di maltrattamenti in danno dei figli e clamorosamente scagionata fin dall’inizio dell’inchiesta per assoluta mancanza di motivi".