Blackout (Ansa)
Rimini, 18 novembre 2018 - I continui blackout che - da mesi - lasciano al buio intere strade e quartieri di Santarcangelo? I guasti non c’entrano, almeno non in tutti i casi. Se tanti lampioni sono spenti, la colpa è di alcuni allacci abusivi che tolgono corrente alla rete dell’illuminazione pubblica.
Ci sono volute settimane al Comune di Santarcangelo e alla Citelum (l’azienda che ha in appalto il servizio di illuminazione pubblica) per scoprirlo. Ma ora la causa dello spegnimento di tanti lampioni in città, in particolare in via Ugo Bassi e nelle strade limitrofe, è stata finalmente individuata. Non è stato semplice, perché durante i (tanti) sopralluoghi fatti dai tecnici, né i lampioni né la rete presentavano particolari anomalie. Eppure puntualmente quasi ogni sera, nel quartiere residenziale dello stadio, lungo via Bassi e dintorni, i residenti si ritrovavano al buio. Una situazione che ha causato, giustamente, tante proteste da parte di chi abita nella zona. Il buio totale alla sera ha facilitato anche i ladri, che più di una volta si sono introdotti nelle abitazioni (una volta in via Guido Rossa) approfittando anche dei lampioni spenti. Non sono stati pochi i santarcangiolesi (anche sui social), in queste settimane, ad attaccare il Comune per il protrarsi dei disagi provocato dai frequenti blackout.
Il mistero è stato risolto nei giorni scorsi, quando i tecnici si sono accorti che non c’erano problemi al sistema di illuminazione. Più semplicemente qualcuno si è attaccato abusivamente alla rete elettrica che alimenta i lampioni, per rubare l’energia e usarla a casa. Alcuni l’hanno fatto con sistemi piuttosto ingegnosi. Il Comune di Santarcangelo e la Citelum ora correranno ai ripari. Verranno smantellati tutti gli allacci abusivi, per ripristinare il funzionamento dei lampioni. Non solo. Si sta già procedendo all’individuazione dei responsabili del furto di corrente elettrica. Gli autori, una volta trovati e identificati (ed è ormai questione di poco) rischiano di essere denunciati ai carabinieri.