Blitz della Finanza a Rimini: barche a vela da sogno con redditi miseri

Scoperto un giro di evasione fiscale nel settore del noleggio delle imbarcazioni, incrociando i dati degli scafi controllati durante la navigazione con quelli dell’Agenzia delle entrate: accertamenti e multe

Accertamenti della Guardia di Finanza a Rimini

Accertamenti della Guardia di Finanza a Rimini

Rimini, 25 marzo 2023 – Pur dichiarando redditi da fame, erano proprietari di barche a vela da sogno. Splendidi natanti, tra i 13 e i 15 metri di lunghezza, dal costo che in molti casi può superare i 100mila euro, a cui si aggiungono le spese per la manutenzione e l’ormeggio (con canoni che possono raggiungere i mille euro al mese).

Accertamenti della Guardia di Finanza a Rimini
Accertamenti della Guardia di Finanza a Rimini

Non solo: i ‘furbetti’ approfittavano di un cavillo normativo per dare in affitto le loro bache ad altri appassionati di nautica, senza però farsi carico dei necessari adempimenti fiscali, e quindi creando concorrenza sleale alle società specializzate in questo settore. Queste le irregolarità portate a galla dai militari del reparto aeronavale della Guardia di Finanza di Rimini, al termine di una complessa indagine nel mondo nel noleggio occasionale di imbacazioni da diporto.

Gli accertamenti delle Fiamme Gialle sono cominciati alla fine del 2022, incrociando le informazioni acquisite nel corso numerosi controlli in mare svolti già nella precedente stagione estiva con l’analisi delle banche dati, inclusa quella dell’Agenzia delle entrate: sei le persone coinvolte, nei confronti delle quali sono state elevate multe per un valore complessivi 70mila euro, per mancata comunicazione preventiva ed esercizio abusivo dell’attività di noleggio. Tre sono stati segnalati ai reparti della Guardia di Finanza competenti per territorio in relazione alla mancata dichiarazione dei relativi proventi nonché per incoerenza dei redditi dichiarati con riferimento, fra l’altro, al possesso ed ai costi di gestione di imbarcazioni di rilevante valore commerciale. Il codice della nautica prevede che l’attività occasionale di diporto sia soggetta ad un’imposta sostitutiva del 20 per cento, con il limite massimo di 42 giorni di esercizio nell’arco dell’anno, con obbligo di comunicazione preventiva a Capitaneria di porto e Agenzia delle Entrate.

Secondo la ricostruzione fatta dalle Fiamme Gialle, gli armatori avrebbero però ampiamente ecceduto il limite previsto dalla legge, di fatto diventando a tutti gli effetti delle vere e proprie società di noleggio, in teoria soggette ad una tassazione diversa ed estremamente più stringente.

Alcuni mesi fa le Fiamme Gialle del reparto aeronavale avevano scoperto 18 imbarcazioni ormeggiate al porto di Rimini, che battevano fittiziamente la bandiera di uno stato estero (incluso Belgio, Regno Unito e Polonia) in maniera tale che i proprietari potessero evitare di dichiararne il possesso. Nei confronti dei titolari degli scafi, in tutto 21 persone, erano scattate sanzioni salatissime, per un importo complessivo di 800mila euro, oltre ad altri accertamenti di natura fiscale. Un fenomeno denominato flagging out, che permette agli armatori di eludere le imposizioni fiscali, anche questo monitorato attentamente dai finanzieri.