Bob Sinclar accende la notte: "Le mie canzoni regalano sollievo"

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Vuoi per le tinte etniche, vuoi per la presenza di Omi, il suo nuovo singolo di Bob Sinclar "I’m on my way" reclama a gran voce un posto tra le hit dell’estate. E lui lo presenta stasera a Musica - nuovo volto del Prince sulla collina di Riccione - nel corso di una serata segnata pure dalla presenza alla consolle di Albertino. Quando la moglie Ingrid Aleman l’ha mollato dopo vent’anni di matrimonio dicendo che non ne poteva più della sua allergia alle ore piccole e alla mondanità, il mito del dee jay francese ha scricchiolato. Ma Christophe Le Friant (il nome d’arte l’ha scippato al Bob Saint-Clar interpretato da Jean Paul Belmondo in "Come si distrugge la reputazione del più grande agente segreto del mondo") rimane uno dei padroni della notte, un dee jay sulla cresta dell’onda.

Bob, perché ha scelto una voce caraibica come Omi (partner di Giusy Ferreri un anno fa in "Jambo" di Takagi & Ketra) per un singolo dai colori africani?

"Perché ho conosciuto Omi all’inizio dell’anno in alcune situazioni da festival e, siccome mi piace lavorare con la gente che mi trasmette buone vibrazioni, ho pensato che sarebbe stato divertente fare qualcosa assieme. Con la Giamaica ho numerosissimi legami se è vero pure Steve Edwards e Gary Pine, con cui incisi ‘World hold on’ e ‘Love generation’, sono originari di lì".

Una fonte d’ispirazione.

"Sono stato in Giamaica un paio volte e ci ho pure registrato un album. Per me la musica è universale e per questo unisce le genti. Il reggae, poi, ha avuto una grossa influenza nella scena dance americana; anche se quello tradizionale non ha mai fatto grandi cose lontano da casa, tant’è che Bob Marley è diventato Bob Marley rendendolo più ‘pop’".

Il testo dice: "Ogni volta che mi sono seduto a guardare i notiziari, recitato una preghiera per qualcuno... Posso sentire il dolore e loro sofferenza ...".

"Ho scritto il pezzo durante la quarantena. C’era molta sofferenza in giro e volevo che la canzone regalasse sollievo, un po’ di speranza. Che diventasse uno stimolo a credere ancora di più nell’amore e nella pace. Ecco il perché dei suoi retaggi gospel, per cantarla come se si fosse in una chiesa, in una moschea, in un tempio… o anche solo a casa propria".

Durante il lockdown, i suoi dj set "casalinghi" in diretta Facebook hanno fatto ballare oltre 100 milioni di persone.

"Per 55 giorni mi sono divertito a mostrare alla gente lo origini della mia musica".

Andrea Spinelli