Bullismo a Rimini, rapine per diventare i capi del quartiere. Arrestati tre giovani

I ragazzi facevano parte di un gruppo social con speciali 'prove ammissione’ come il furto di una bici o schiaffeggiare ignari passanti

Bullismo (foto di repertorio)

Bullismo (foto di repertorio)

Rimini, 3 dicembre 2020 – Volevano essere considerati i capi del quartiere. E per affermare tale supremazia rispetto ai loro coetanei rapinavano e ‘bullizzavano’ i compagni di classe. Per questo motivo tre ragazzi sono stati arrestati a Rimini: si tratta di un 19enne, un 18enne e un 17enne di origine magrebina, fermati in due diverse operazioni dalla squadra mobile della Questura. Gli episodi contestati sono relativi a due rapine avvenute in città il 4 agosto e il 10 ottobre. Secondo gli investigatori, in passato i tre ragazzi hanno fatto parte di un gruppo sui social nato circa cinque anni fa, negli istituti superiori di Rimini, per affermare la “supremazia” dei suoi membri rispetto ai propri coetanei. Per entrare a farne parte, all'atto della costituzione erano state previste prove di ammissione, quali, ad esempio, il furto di una bicicletta o schiaffeggiare ignari passanti.

Nel corso della rapina del 4 agosto, avvenuta nei pressi di un centro commerciale, i tre ragazzi, dopo aver avvicinato una vittima con il pretesto di offrirle droga e dopo averla convinta a seguirli nel parcheggio, l'avevano aggredita trattenendola per il collo e puntandole un coltello alla gola, riuscendo ad impossessarsi poi di 60 euro. Il 19enne, che le indagini hanno identificato quale elemento di spicco del gruppo, risulta indiziato anche di un'ulteriore rapina, avvenuta la sera del 10 ottobre incentro storico. In quell'occasione il giovane, in compagnia di altri due minorenni, aveva avvicinato una vittima e, dopo averla convinta a seguirlo in piazza Malatesta in un luogo appartato, l'aveva schiaffeggiata e le aveva spento una sigaretta sulla mano. Sotto la minaccia di un coltello, poi, si era impossessato di un paio di cuffie, di dieci euro e un pacchetto di sigarette. In entrambi i casi, l'analisi delle telecamere di videosorveglianza e l'individuazione fotografica effettuata dalle vittime hanno consentito di identificare i tre ragazzi.