Coronavirus, buoni spesa. Aiuti destinati a 1.200 famiglie riminesi

Al capoluogo arriverano oltre 800mila euro: "Ma non sono sufficienti". Si pensa di caricare i soldi sulla tessera sanitaria

Il presidente della Provincia, Riziero Santi (Foto Petrangeli)

Il presidente della Provincia, Riziero Santi (Foto Petrangeli)

Rimini, 31 marzo 2020 - Per la provincia di Rimini fanno 2 milioni e 78mila euro. Soldi destinati alle famiglie in difficoltà economica a causa dell’emergenza Covid-19, aiutandole con la spesa per l’acquisto di generi alimentari. La vera sfida ora, per i Comuni, sarà come distribuirli definendo nel dettaglio i criteri dei beneficiari. Per il capoluogo, Rimini la somma che arriverà in queste ore è di 866mila euro. "Una misura – commenta il Comune di Rimini in una nota – che evidentemente non è risolutiva, ma assume una rilevanza particolare perché per la prima volta è lo Stato che agisce direttamente con i comuni". Secondo Palazzo Garampi, dopo una prima ricognizione fatta dagli uffici, quei soldi potranno essere destinati a circa 1.200 famiglie.

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L’obiettivo è aiutare, con questi soldi, anche le persone "che non rientrano tra quelle che già beneficiano di aiuti economici. Pensiamo ad esempio ai lavoratori stagionali del turismo, tra i più penalizzati dalla crisi attuale". In queste ore il Comune sta mettendo a punto "il meccanismo più agile e immediato possibile per assegnare i buoni spesa destinati alle famiglie individuate".

Anche per rispondere in maniera rapida alle tante richieste che stanno arrivando: centinaia di telefonate e mail agli uffici, mentre molte altre arrivano direttamente dai canali social. Se alcuni comuni potrebbero decidere di fare la spesa (tramite i volontari) e consegnarla direttamente a casa, per Rimini si pensa già sicuramente all’uso di buoni pasto e anche alla possibilità di ‘caricare’ i soldi per la spesa sulla tessera sanitaria. Nel frattempo, pur essendo fissata per oggi le scadenze per l’imposta comunale per la pubblicità e il canone per l’occupazione del suolo pubblico, Rimini prorogherà fino al 31 luglio i termini per il pagamento.

Tornando ai soldi che i Comuni riceveranno per la spesa alimentare, "la questione più complessa – aggiunge Riziero Santi, presidente della Provincia e sindaco di Gemmano (a cui andranno 9.196 euro) – sarà individuare le famiglie. Dovremo essere capaci di dire dei no. Questi buoni spesa sono un sostegno alle famiglie più esposte alla crisi causata dall’emergenza coronavirus. Non è una forma sostitutiva o integrativa del reddito, non ha nemmeno lo scopo di sostenere economicamente la famiglia, non è nemmeno una sorta di reddito di cittadinanza o di emergenza: qui si tratta di garantire due pasti al giorno a chi non riesce oggettivamente a farcela".

Per questo a Gemmano hanno già preparato volantini e moduli per spiegare meglio a chi sono rivolti questi soldi: persone disoccupate o attualmente senza stipendio per colpa dell’emergenza, e che non abbiano da parte risparmi per fare la spesa. "La responsabilità che abbiamo noi sindaci in questa fase è altissima – ammette Santi – Ma ripeto: dovremo essere capaci di dire dei no ed elargire i contributi solo a chi ha davvero più bisogno, considerando anche il fatto che le risorse non sono infinite. Nel caso di Gemmano stiamo parlando, per esempio, di poco più di 9mila euro". Santi invita poi alcuni colleghi sindaci del Riminese a evitare le polemiche, "che sono del tutto strumentali e stucchevoli".