LORENZO MUCCIOLI
Cronaca

Rimini, buste paga truccate: frode milionaria, nel mirino hotel e discoteche

Per ridurre il costo del personale: nel registro degli indagati titolari di aziende del settore turistico

Sotto la lente della Guardia di Finanza 12 imprenditori e 10 aziende riminesi

Sotto la lente della Guardia di Finanza 12 imprenditori e 10 aziende riminesi

Rimini, 6 agosto 2023 – Nel registro degli indagati sono finiti i nomi di imprenditori attivi nel campo del turismo, titolari o amministratori di alberghi, stabilimenti balneari, bar, ristoranti e discoteche.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, avrebbero preso parte ad una frode contributiva dal valore di circa tre milioni di euro. Sono in tutto 176 le posizioni, tra persone fisiche e società, destinatarie di un avviso di conclusione indagine per l’ipotesi di reato di truffa aggravata e continuata in concorso alimentata da trasferte di lavoro in busta paga ritenute non veritiere. Si tratta dell’ultimo filone legato agli accertamenti della Guardia di finanza - coordinati dal pm Monica Gargiulo - sulla Mib Service srl, società ravennate fallita nell’aprile 2022.

Sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti anche 12 imprenditori riminesi e 10 aziende con sede nella nostra provincia, per un totale di 22 posizioni.

Stando agli accertamenti svolti dalle Fiamme gialle, i rappresentanti della Mib avrebbero somministrato manodopera fuori dalle condizioni di legge dissimulandola "sotto forma di contratto d’appalto non genuino".

Attraverso il nuovo filone di indagine, sono state contestate varie manovre in busta paga tra gli anni 2016 e 2019 ritenute illecite. Tra le voci tirate in ballo, figurano codici relativi a trasferte ritenute false e inserite per i lavori formalmente assunti dalla Mib: un escamotage questo che avrebbero permesso di evitare la tassazione contributiva e fiscale sulle somme indicate.

In sintesi, stando alla ricostruzione della Finanza, il meccanismo fraudolento avrebbero permesso agli imprenditori clienti della Mib non solo di pagare di meno il costo del lavoratore facendo figurare come trasferta parte rilevante del compenso.

Ma anche di spogliarsi della veste giuridica di datore di lavoro, con tutti gli obblighi legali connessi, compresi i rapporti con gli enti previdenziali ed anti-infortunistici. Tra gli effetti contestati, figurano poi la possibilità di non versare contributi Inps e Inail per i dipendenti dato che questi rimanevano in maniera ritenuta fittizia a carico di Mib.

E poi ancora di non accantonare i Trf. Per i finanzieri insomma quando le imprese accettavano le condizioni di Mib, aderendo alla proposta della società, avrebbero accettato fittizi contratti di appalto.