Rimini, cadavere nella valigia. Ecco perché non può essere la cinese scomparsa in crociera

Troppi gli elementi che non combaciano. L'ammiraglio Angelo Mainardi: "E’ da escludere che la valigia sia arrivata dal Tirreno"

La valigia trovata al porto di Rimini, dentro il cadavere di una donna (foto Migliorini)

La valigia trovata al porto di Rimini, dentro il cadavere di una donna (foto Migliorini)

Rimini, 27 marzo 2017 - Scheletrica e alta un metro e settanta. I capelli castani lunghi e i tratti somatici orientali. Morta molto probabilmente dieci-quindici giorni fa. Nessuna ferita da arma. Sono le uniche certezze della sconosciuta ritrovata senza vita in un trolley blu affiorato sabato mattina tra le barche del porto canale. Gli inquirenti stanno lavorando per dare un nome alla donna che dovrebbe avere tra i 35 e i 40 anni, ma soprattutto per scoprire le cause della sua morte. Decisiva sarà l’autopsia che è in programma questa mattina e sarà eseguita dal professor Giuseppe Fortuni. 

Si sta anche affievolendo la pista che conduceva a Xing Lei Li, la 38enne cinese scomparsa misteriosamente la notte fra il 10 e l’11 febbraio durante una crociera della Msc tra Genova e Malta. Troppi gli elementi che non combaciano, dall’altezza al fisico delle due donne, (scheletrica una, più in carne l’altra) persino al colore della valigia, bicolore quella della cinese, blu quella in cui è stata ritrovata la sconosciuta.

«La valigia con un cadavere trasportata dalle correnti per 1.200 chilometri? E’ piuttosto improbabile», afferma l’ammiraglio Angelo Mainardi, già capo del Comitato dei capi di Stato maggiore delle forze armate e capo distaccamento della Marina militare dell’Adriatico. 

Qualcuno sospetta che il cadavere nella valigia sia di Xing Lei Li, la cinese sparita durante una crociera, lo scorso febbraio. Che ne pensa?

«Escludo che possa essere arrivata fin qua dal Tirreno, questo sì».

Come funzionano le correnti marine nell’area interessata, diciamo tra la Grecia ionica e la nostra zona?

«Semplificando, possiamo dire che dalla Grecia ionica al canale di Otranto e oltre vanno da sud a nord, e costeggiano Albania e Croazia. Ci sono alcuni ‘cerchi circolatori’ in vari punti dell’Adriatico. E poi le correnti ridiscendono dalla sponda italiana con direzione inversa. La valigia potrebbe aver sfiorato l’Istria, ma anche più a sud davanti a Lussino, ed essersi spostata verso la costa italiana».

Ammessa come ipotesi quella della corrente, come potrebbe essere entrato il trolley nel porto di Rimini?

«Magari è rimasto impigliato nelle reti di un peschereccio, che se n’è poi liberato fuori dal porto per evitare, diciamo così, seccature legate al ritrovamento di un cadavere, con le forze di pubblica sicurezza».

E dall’ingresso a dentro il porto?

«Qui c’è un gioco di correnti esclusivamente locali, in entrata e in uscita, favorito anche dal nuovo avamporto».

C’è anche la questione del galleggiamento: com’è fa un trolley a navigare per un mese?

«Il trolley non è stagno, ovviamente. Ma non si può escludere che galleggi molto a lungo».