Rimini, cadavere nella valigia. Donna con cicatrice sullo zigomo

Unico segno particolare che potrebbe aiutare a identificarla

Il cadavere della sconosciuta chiuso dentro una valigia (foto Migliorini)

Il cadavere della sconosciuta chiuso dentro una valigia (foto Migliorini)

Rimini, 29 marzo 2017 - Una cicatrice sotto l’occhio sinistro, fin sullo zigomo.Un particolare importante, quello svelato dall’autopsia, che potrebbe portare all’identificazione della ‘donna nella valigia’. Il cadavere, ha concluso l’esame autoptico effettuato dal professor Giuseppe Fortuni, è rimasto in acqua al massimo per due giorni, ma la sconosciuta è morta da almeno dieci.

I suoi denti sono curati, ma non è depilata ed è sicuramente è morta di fame. Era un’orientale, ma non è detto che fosse cinese. Gli inquirenti stanno aspettando gli esami tossicologici, ma è certo che non aveva nessuna ferita sul corpo, nemmeno da difesa, e che non soffriva di alcuna patologia. L’ultimo passo degli investigatori è stato quello di acquisire in queste ore le telecamere del porto e quelle della zona circostante.

Il sospetto è che quella valigia non abbia fatto poi così tanta strada, e che a gettarla in acqua sia stato qualcuno che abita nel Riminese. Qualcuno che ha molto da nascondere, se ha avuto il fegato di tenere una donna morta ‘in casa’ per parecchi giorni, prima di decidersi a buttarla a mare. Addosso la sconosciuta non aveva nulla, e chi ha chiuso il cadavere in quella valgia voleva essere sicuro che non fosse identificata. Sul perchè gli inquirenti si stanno interrogando da giorni.

Potrebbe trattarsi di prostituzione, di riduzione in schiavitù o di chissà che altro. La donna non è deceduta di morte violenta, a meno che non sia stata volutamente affamata. Anche se l’autopsia avrebbe accertato uno stato di denutrizione che non risale certamente a un mese fa. E allora perchè ha smesso di mangiare? Anoressia oppure una scelta obbligata?

A nessuna di queste domande hanno potuto dare una risposta, impossibile almeno fino a quando quel corpo non avrà un nome. E non sarà facile darglielo: le sue impronte digitali non sono da nessuna parte, e potrebbe trattarsi di una clandestina che le forze dell’ordine non hanno mai fermato. Nemmeno sulla nazionalità hanno alcuna certezza, i cinesi non sono gli unici ad avere gli occhi a mandorla.

Se provenisse davvero dalla Cina, allora sarebbe arrivata dal Nord, dove gli abitanti sono più alti. Lei era 1,73. Ma se la valigia è stata gettata direttamente nel porto di Rimini, allora le telecamere potrebbero dare la svolta a un’inchiesta ora ferma all’impasse. Intanto il sostituto procuratore, Davide Ercolani, ha aperto un fascicolo per omicidio e maltrattamenti in uno scenario avvolto nel mistero.