Santarcangelo, i capolavori di Cagnacci tornano a ‘casa’ grazie a Maggioli

Valgono un milione, le tele presto saranno esposte nella sala Cagnacci del ristorante Sangiovesa

Manlio Maggioli (PasqualeBove)

Manlio Maggioli (PasqualeBove)

Santarcangelo di Romagna (Rimini), 12 maggio 2019 - Quattro capolavori di Cagnacci sono tornati finalmente a Santarcangelo, la città che ha dato i natali al grande pittore, considerato uno dei maestri del ’600. Un vero ‘regalo’ che l’imprenditore Manlio Maggioli ha voluto fare ai santarcangiolesi, acquistando le preziose opere del pittore da privati e all’asta. Le tele presto saranno esposte nella sala Cagnacci della Sangiovesa (il ristorante di proprietà di Maggioli nel cuore di Santarcangelo).

Ma prima di metterle in mostra, ci penserà Vittorio Sgarbi a presentarle, con una delle sue lectio magistralis sul grande pittore santarcangiolese. L’evento si terrà il 15 maggio alla Rocca Malatestiana di Santarcangelo (inizio alle 17,30, ingresso libero): introdurranno Sgarbi gli interventi di Massimo Pulini, storico dell’arte, e dello stesso Maggioli. Tra le opere acquisiti ci sono due ritratti (databili tra il 1640 e il 1645), ‘Testa di ragazzo cieco’ e ’San Bernardino’, che provengono dalla collezione Albicini di Forlì, mentre gli altri due quadri, che hanno come soggetto entrambi ‘La Maddalena penitente’, l’imprenditore santarcangiolese li ha acquistati all’asta, a Londra e a Vienna.

Quando ha maturato l’idea di acquistare i quadri del Cagnacci?

«Ci pensavo da parecchio – racconta Maggioli – Sono un grande estimatore dell’arte di Cagnacci, tanto che alla Sangiovesa gli abbiamo dedicato una sala. Inizialmente, lo confesso, pensavo di tenere i quadri nella mia abitazione. Poi mi sono detto che tanta bellezza andava esposta a tutti, non poteva restare confinata nelle mura di casa».

Perché la decisione di esporle al ristorante?

«Perché la Sangiovesa, da quando l’abbiamo aperta, non è mai stata solo un ristorante. Grazie a Tonino Guerra e ad altri artisti abbiamo sempre cercato di farne un luogo della cultura e dell’identità. Con le opere di Cagnacci lo sarà ancora di più».

E’ inevitabile chiederlo: si può sapere quanto ha sborsato per i quadri?

«Il lor valore, complessivamente, si aggira a poco meno di un milione».

Com’è nata invece la collaborazione con Vittorio Sgarbi?

«Quando ha saputo che avevamo questo progetto, si è offerto lui stesso di fare una presentazione delle opere. E’ rimasto colpito dalla nostra iniziativa, perché la considera una sorta di moderno mecenatismo. E lo è a tutti gli effetti, perché questi quadri del Cagnacci potranno finalmente essere ammirati nella sua città natale».