Canzone e compensi Betobahia accusa: "Ciapa la galeina, querelle sui diritti"

Il cantante folk: "Se tutti quelli che hanno suonato e cantato il mio hit di successo avessero compilato i borderò Siae, adesso quel brano mi avrebbe reso più di due milioni di euro".

Canzone e compensi  Betobahia accusa:  "Ciapa la galeina,   querelle sui diritti"

Canzone e compensi Betobahia accusa: "Ciapa la galeina, querelle sui diritti"

di Mario Gradara

"Se tutti quelli che hanno suonato e cantato Ciapa la Galeina, in vent’anni a migliaia tra disc jockey, concertini in spiagge e negli hotel della riviera, feste di piazza e villaggi turistici italiani e stranieri, avessero compilato i borderò Siae versandomi i diritti d’autore, quel brano avrebbe reso più di due milioni di euro".

Parole e musica di Betobahia, al secolo Alberto Pazzaglia, eclettico cantautore e marinaio di salvataggio che si appresta a festeggiare il ventennio della sua hit più clamorosa.

Invece com’è andata?

"Purtroppo non così. Le cifre reali sono immensamente più basse".

Come le è saltato in mente di scrivere un brano dedicato a una pollastra?

"Io sono nato col pollaio sotto casa. Abitavo a San Mauro Mare. I miei genitori avevano le galline, quelle rosse da uova, e io da bambino, come giochi e divertimento, aprivo il pollaio e poi le pascolavo in giro per l’orto e il cortile".

Beato lei, bel passatempo...

"Capisco lo scetticismo. Ma consideri che, io sono del 1967, all’epoca se avevi una gallina eri un signore".

In che senso?

"Faceva l’uovo tutti i giorni. Negli anni Sessanta l’avevano in tanti. Oggi sono sparite. Dove vede lei le galline?"

Nel frigo. Ma da lì a fare una canzone ce ne passa, no?

"La cosa più bella e divertente era quando le sentivo cantare. Quello era il segnale che la gallina aveva appena depositato l’uovo caldo".

Non ne usciamo proprio da questa storia dell’uovo caldo?

"Io correvo nel pollaio, prendevo l’uovo, gli facevo due fori all’estremità e poi me lo bevevo direttamente ancora caldo, per cui era una dose di energia e vitamina, un concentrato esplosivo. Anche per questo sono diventato un romagnolo doc".

Mi arrendo. Vada pure avanti.

"Bere l’uovo appena fatto dalla gallina era un po’ come la porzione magica per Asterix e Obelix. In questo caso, a forza di bere le uova, io sono diventato Betobahia".

Che fortuna...

"Scherzi pure. Io scrivo canzoni in italiano ma soprattutto in dialetto. E mi è venuta scritta la canzone filastrocca in dialetto romagnolo al momento più famosa nel mondo".

Solo?

"Ciapa la galeina è un unicum della nostra cultura e letteratura dialettale. La canzone è stata dichiarata dalle istituzioni Patrimonio culturale della dialetto della Regione Emilia Romagna".

Quante copie ne sono uscite?

"La canzone è editata dalla casa discografica Baccano di Savignano, che dichiara di avere stampato in 20 anni più di 500.000 copie fra cd originale. cover e compilation".