La Regina d’inverno non decolla e i numeri languono, almeno se si contano gli alberghi aperti e le prospettive di pernottamenti tra dicembre e gennaio. Il turismo invernale di Cattolica, infatti, non crea ancora un indotto economico tale da portare all’apertura in massa delle strutture alberghiere, e l’associazione albergatori anzi conferma aperture con il contagocce per la fine dell’anno. "Saranno poco più di una ventina le strutture aperte – conferma Massimo Cavalieri, presidente dell’associazione albergatori di Cattolica – e se si considera che una dozzina di hotel sono annuali significa che circa una decina di hotel solamente apriranno facendo gli straordinari e dunque per l’inverno. Purtroppo Cattolica in inverno non ha un mercato turistico così importante da portare gli imprenditori a rischiare l’apertura della propria struttura".
Inoltre si aggiungano le maxi-bollette ed i consumi che di questi tempi raffreddano di certo gli entusiasmi: "Non abbiamo gruppi turistici e flussi tali da permettere l’apertura di strutture con 30-40 camere – continua Cavalieri – e dunque è tutto rimandato alla primavera, questa è la realtà dei fatti". Il turismo invernale di Cattolica, dunque, conferma un trend in calo anche perché oramai per molti operatori la destagionalizzazione significa aprire un mese prima semmai in primavera: "L’obiettivo del 2024 resta cercare di puntare su inizio maggio con il turismo sportivo – conclude Cavalieri – ed in quella direzione ci stiamo muovendo. Se a maggio riuscissimo ad aprire 100 hotel tra eventi sportivi, bella stagione e Festa dei Fiori allora avremmo creato un indotto maggiore ai soli tre mesi estivi. Quello è l’obiettivo su cui stiamo lavorando. Anche se va aggiunto che per maggio intendiamo aperture almeno nei week-end da venerdì a maggio e, ripeto, se riuscissimo a coprire tutti e 4 i week-end lunghi di maggio sarebbe già un successo". In inverno, invece,dunque è tutto rimandato ad annate migliori o a occasioni per una maggior accoglienza turistica in massa. Certamente tutti temi di riflessione anche per enti pubblici comunali e sovracomunali, per capire anche come la riviera possa lavorare e far lavorare almeno per 10 mesi all’anno.
Luca Pizzagalli