
di Mario Gradara
"Siamo stanchi di fare i sacchi delle botte. I prezzi dei carburanti non li decidiamo noi gestori, ma le compagnie. Se il governo ha ripristinato le accise non è colpa nostra. Vanno benissimo i controlli, però magari li facciano ’mirati’, sia su chi fa prezzi sballati in eccesso sia su chi li fa in difetto, troppo bassi, magari legati all’acquisto di carburante in un mercato parallelo". E’ un fiume in piena Ercole Gori, presidente provinciale Faib Confesercenti (Federazione autonoma italiana benzinai) e titolare della stazione Eni in via Marecchiese, zona ristorante Dallo Zio, 53 anni di lavoro nel settore.
"Nessuna speculazione sul prezzo dei carburanti da parte degli esercenti – prosegue –. Certo, se ci sono dei furbi vanno trovati, a tutela di tutti gli altri che lavorano correttamente e a tutela dei clienti. Ma il governo dica le cose come stanno, ovvero che dal 1 dicembre ha reintrodotto le accise, e faccia fare controlli mirati, visto che gli strumenti ci sarebbero. Basta guardare sul portale prezzo aggiornato ogni giorno per tutte le stazioni per beccare chi esagera in basso o in alto". Gori non ci sta a che la categoria intera passi da capro espiatorio. "In aprile 2022 il precedente governo aveva temporaneamente tolto le accise per andare incontro agli utenti – ricorda -. Il governo attuale le ha reintrodotte: 10 centesimi più Iva dal 1° dicembre, altri 15 più Iva dal 1° gennaio, in totale 30,5 centesimi. Il cliente guarda il prezzo finale, salito per le accise: al 30 novembre il gasolio era ad esempio 1,669 euro, e con l’aumento dell’accisa sarebbe arrivato a 1,969. Invece ora è 1,862, segno che comunque in 2 mesi è in realtà diminuito di 0.10 centesimi".
"Chi lamenta speculazioni da parte degli esercenti – aggiunge Gori – non conosce la materia. Le grandi compagnie ci impongono il prezzo e gli esercenti sono tenuti a comunicare al Mise i prezzi che pratichiamo. Non sarebbe difficile per il governo, con questi dati, fare controlli mirati su chi pratica prezzi ‘sballati’. Invece viene mandata la Finanza a fare controlli che non portano a nulla: prova ne è che nel nostro territorio nessuno è stato multato". Quanto al mercato parallelo, sarebbe ’movimentato’ da camion cisterna con prodotti alimentari liquidi - "ad esempio olio per fritto o olio minerale", spiega - che una volta passato il confine nazionale si trasforma ’magicamente’ in gasolio per varie zone del Belpaese. E viene fornito a gestori di stazioni con pochi scrupoli, che già in partenza hanno un ’risparmio’ secco (e illegale) del 20 per cento di Iva. "Questa pratica non riguarda le grandi compagnie, che hanno vincoli precisi con noi distributori", conclude il presidente Faib, che precisa di "parlare in generale della situazione in Italia".