Caro bollette, è allarme "Batosta per le aziende"

I costi dell’energia lievitano anche del 60%. Cna: "Aumenti insostenibili". Pesaresi (Confindustria): "C’è anche chi potrebbe rinunciare ai nuovi ordini"

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Henrich Nobili, imprenditore alla guida della Sinergy Cosmetics di Misano, mette in fila gli eventi. "Prima le conseguenze immediate della pandemia, a partire dalla chiusura di molte attività, ora l’aumento del costo delle materie prime e il caro-bollette. Per le aziende è una batosta". Già, perché l’impennata dei prezzi dell’energia mette in seria difficoltà – famiglie a parte – anche le imprese. Soprattutto quelle produttive. "Si parte – rileva Nobili, che è anche presidente di Cna Misano – da uno scenario già complicato a causa delle difficoltà nel reperimento delle materie prime e della relativa crescita dei costi, anche del 90% per i materiali plastici. Ora si aggiunge il caro-energia, i cui effetti si vedranno soprattutto agli inizi del 2022". A rimetterci "saranno gli imprenditori. Parlo della mia azienda: un aumento dei prezzi dei prodotti non sarebbe tollerato dal mercato, per cui si riduce la marginalità". Tutto questo "finirà per sfavorire le imprese italiane nella competizione con quelle estere. E rischia di minare la sopravvivenza di quelle realtà che lavorano con ridotte marginalità".

Lo scenario è tutt’altro che roseo, insomma. Si stimano aumenti anche di oltre il 60%. Tanto che Alessandro Pesaresi, presidente della delegazione riminese di Confindustria Romagna, parla di "difficoltà (delle imprese, ndr) a causa dell’aumento del costo sia delle materie prime sia delle tariffe dell’energia, anche frutto della scelta di acquistare all’estero il gas naturale invece di utilizzare quello nazionale. Auspichiamo che nel 2022, dopo quasi tre anni di blocco, possa vedersi finalmente la ripresa della produzione nei giacimenti dell’Adriatico ora inutilizzati. Servono interventi immediati e concreti perché altrimenti si corre il grave rischio, in questa delicata fase, di inficiare la ripresa e di bloccare le aziende di vari settori del manifatturiero. Occorrono misure immediate sia a livello di governo nazionale, sia a livello europeo. In questo momento di rilancio – dice Pesaresi – sarebbe un paradosso ed un grave errore portare le imprese a rinunciare ad accettare nuovi ordini e a produrre, proprio quando invece è indispensabile spingere sull’acceleratore per il rilancio".

Una recente ricerca di Confartigianato Emilia Romagna dice che per 8 aziende su 10 l’elevato prezzo delle materie prime inciderà "molto" sull’andamento. "Il caro energia – spiega Gianluca Capriotti, segretario generale di Confartigianato Imprese Rimini – ha cominciato ad avere ripercussioni pesanti specialmente in settori che stavano dando segnali di consistente ripresa. Purtroppo i prossimi mesi saranno tremendi, i prezzi sono annunciati in forte aumento e ciò è ancor più grave dello stress economico sofferto dalle famiglie. Auspichiamo che il governo acceleri con gli interventi per ora solo annunciati. Sappiamo anche che tutto si gioca sopra le nostre teste, in una battaglia geopolitica che lascerà conseguenze pesanti". Anche perché, come osserva Davide Ortalli, direttore di Cna Rimini, "molte aziende sono già in sofferenza. L’incremento di un costo fisso come quello dell’energia costituisce un serio problema, difficilmente sostenibile se tale aumento si protrarrà nel tempo".

Giuseppe Catapano