Arrivano i rimborsi per i consumi di energia e gas. Li hanno chiesti per mesi, le aziende, e avevano criticato le modalità con cui era stato studiato il bando portando la giunta a riaprire i termini per la presentazione delle domande. Alla fine Confcommercio si dice soddisfatta delle 84 domande accolte (18 quelle escluse), anche se l’amaro in bocca rimane perché la cifra complessiva data alle imprese che hanno fatto domanda per avere un rimborso, così da calmierare l’aumento delle bollette, si è fermata a 37mila euro, non certo un’enormità. Secondo l’associazione questo è accaduto perché l’amministrazione ha considerato solo i primi sei mesi del 2022 quando tante attività sono chiuse o lavorano a spot. I numeri e le adesioni sarebbero state ben altri se il bando fosse stato aperto anche ai sei mesi successivi. Ma indietro non si torna, ha lasciato intendere l’amministrazione. "Per il momento abbiamo visto che saranno oltre ottanta le imprese che otterranno un rimborso per gli aumenti dell’energia elettrica e del gas sostenuti lo scorso anno rispetto al periodo che ha preceduto gli aumenti" spiega Alfredo Rastelli, presidente di Confcommercio.
Gli importi che arriveranno alle imprese sono variabili e seguono i criteri del bando. Chi risponde alle caratteristiche richieste riceve in proporzione un rimborso. Al massimo si è arrivati a 1.400 euro di contributo lordo, è il caso di un’azienda che ha mostrato come tra il periodo che ha preceduto gli aumenti di luce e gas, e i primi sei mesi del 2022, abbia versato in bollette 36mila euro in più. Chi ha ricevuto meno dal bando si è ritrovato con 73 euro. Oggi che l’emergenza bollette sta scemando, per Confcommercio resta una partita aperta da affrontare, molto costosa: l’occupazione del suolo pubblico. "Avevamo fatto presente all’amministrazione comunale la necessità di rivedere le tariffe della tassa per l’occupazione del suolo pubblico. Attendiamo una risposta in tempi brevi perché le scadenze per versare i primi bollettini si stanno avvicinando". Inoltre le attività devono farsi i conti in tasca per capire fin dove spingersi con i metri quadrati occupati. Rastelli lo aveva detto mesi fa: "I dehor e le aree all’aperto non sono un di più, ma una consuetudine e necessità chiesta dalla clientela. I locali non ne possono fare a meno". I locali durante e dopo il Covid hanno trovato una nuova dimensione ed ora tornare indietro è impossibile. Tuttavia c’è un problema perché gli sconti di Stato per occupare suolo pubblico non ci sono più dal termine dell’emergenza pandemica, ed ora le tariffe dei regolamenti comunali vengono applicate nella loro totalità, facendo lievitare i bollettini per i pubblici esercizi. Un conto che aumenta avvicinandosi all’isola pedonale centrale.
Andrea Oliva