Caro gasolio, 40 pescherecci pronti a fermarsi "Stop al pesce fresco sui banchi di Rimini"

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Se non ci saranno presto novità dal governo contro il caro gasolio "a fine mese tanti pescatori riminesi metteranno le barche in disarmo"", avverte Massimo Pesaresi, direttore della Cooperativa lavoratori del mare. Significherebbe arrendersi e consegnare i documenti alla Capitaneria. Significherebbe non pescare più e chiudere i banchi che i pescatori occupano al Mercato coperto. Addio pesce fresco. "Così non si riesce ad andare avanti", dice chi va in mare tutti i giorni. Le imbarcazioni a strascico sono le più grandi, con motori potenti. Ogni giorno in mare costa in media 1400-1.500 euro di gasolio. E poi ci sono gli stipendi dei marinai e spese varie. La vendita del pesce non copre i costi. "In aprile i pescatori ci hanno rimesso e non poco – prosegue Pesaresi – A maggio va anche peggio. E il prezzo del gasolio si aggira su 1,10 euro". E’ un prezzo altissimo se si pensa che un anno fa veniva pagato 0,44 euro. Oggi i pescatori si incontreranno per capire se proseguire a uscire in mare oppure se fermarsi, da lunedì, in attesa di notizie dal governo. Senza aiuti, da giugno una quarantina di barche, quelle più grandi che pescano a strascico, potrebbe fermarsi. Ieri la Cooperativa ha incontrato il sindaco Jamil Sadegholvaad e l’assessore Anna Montini, presente anche l’associazione dei vongolari. "Prima di questa impennata di costi il settore stava vivendo un periodo di crescita in termini di imbarcazioni, lavoratori – ricorda la Montini – Il comparto conta oltre 90 pescherecci e più di 300 lavoratori". A rischio l’intera filiera ittica. "Già dalle prossime settimane il pericolo è non poter più rispondere alla domanda di prodotto ittico locale".

Andrea Oliva