"Case ai nomadi, flop di Gnassi"

Addio microaree, le famiglie di via Islanda negli alloggi popolari. Il centrodestra: fallito il progetto della giunta

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Niente microaree per loro. Per le famiglie Sinti che abitano nel campo nomadi di via Islanda la soluzione definitiva sarà il trasferimento nelle case popolari. Finisce così in un cassetto, dopo 5 anni di proteste e manifestazioni, il contestato progetto per il quale il Comune d Rimini aveva anche chiesto contributi regionali, partecipando a un bando.

La maggioranza è arrivata alla conclusione (non senza mal di pancia e le tensioni interne tra consiglieri e giunta) sia perché i tempi sono stretti, sia perché le risorse per le microaree non ci sono. Rispetto alla situazione iniziale, quando cioè si è cominciata la discussione del progetto, alcuni Sinti hanno già lasciato il campo di via Islanda e altri sono già in case popolari. Ora Acer è alla ricerca di alloggi per le restanti famiglie, che sono solo 5. Per Mirco Muratori, capogruppo di Patto civico-Italia viva, "è la soluzione migliore sotto tutti i punti di vista: per favorire l’integrazione delle famiglie, e anche per costi, benefici e tempi". Rrasferire le famiglie negli appartamenti richiederà pochi mesi. Almeno questa è la volontà del Comune. Andranno convinti i nomadi via Islanda.

Cantano vittoria i consiglieri di centrodestra, che ricordano tutte le battaglie fatte in questi anni per fermare "lo scellerato progetto delle microaree". "Gnassi e la sua amministrazione – esulta Matteo Zoccarato della Lega – hanno dovuto prendere atto dell’impraticabilità del progetto e delle pericolose ripercussioni che avrebbe avuto sulla maggioranza. Questo non è solo un successo della Lega, ma è soprattutto una vittoria dei tanti riminesi che, attraverso i comitati e le manifestazioni, si sono battuti contro le microaree". Per Zoccarato e la Lega " ora ci sarà da valutare tutti i dettagli del nuovo progetto. Il trasferimento dei Sinti nelle case popolari dovrà avvenire nel rispetto delle regole e tenendo conto delle graduatorie che vedono tante famiglie riminesi in coda per un alloggio popolare".

"Bene la chiusura del campo di via Islanda, ma vogliamo garanzie – aggiungo Carlo Rufo Spina e Nicola Marcello – Il campo va chiuso per tutti, Sinti e non, e la sistemazione nelle case popolari deve avvenire nel rispetto delle regole. Vogliamo anche capire quanti soldi sono stati spesi, a questo punto inutilmente, dal Comune per avviare i lavori e attrezzare le aree". "Se si fossero instaurati dei tavoli di confronto, come noi residenti e altri abbiamo chiesto invano – tuona il portavoce del comitato Loreno Marchei – si sarebbe già potutta trovare una soluzione dignitosa, veloce e certamente più economica".