Caso Notaro, diffamò il giudice: condannato Maurizio Costanzo

Il conduttore ospitò la riminese in tivù e accusò il gip Cantarini di non essere riuscito a fermare Tavares. Per il giornalista è arrivata la stangata del tribunale: dovrà pagare 40mila euro di risarcimento

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L’attacco in tv sul caso di Gessica Notaro è costato la condanna a un anno per diffamazione (aggravata dal mezzo radiotelevisivo), a Maurizio Costanzo, patron del salotto di Canale 5. Il noto conduttore e giornalista, arrivato all’età di 84 anni, nel 2017 si era espresso duramente nei confronti di un giudice per le indagini preliminari del tribunale di Rimini, Vinicio Cantarini. "Mi rivolgo al ministro Orlando, al ministro della Giustizia, faccia un’inchiesta su questo gip perché non ha fatto quello che gli ha detto il pm, di tenere questo qui agli arresti domiciliari". Lo aveva fatto durante la puntata del Maurizio Costanzo Show del 20 aprile del 2017. Ospite del programma c’era Gessica Notaro, la 32enne riminese sfregiata con l’acido il 10 gennaio del 2017, dall’ex fidanzato Edson Tavares, che le aveva teso un agguato sotto casa. Quella al progremma di Costanzo era stata la sua prima apparizione in pubblico a tre mesi dall’agguato. Il noto conduttore aveva espresso commenti forti sul gip, seppur non chiamandolo mai per nome, per la misura cautelare applicata dopo gli episodi di stalking contro la Notaro, risalenti a mesi prima dell’acido (era il settembre del 2016) a carico di Tavares. Il giudice aveva firmato il divieto di avvicinamento. In trasmissione Maurizio Costanzo si era espresso così: "Complimenti a questo gip, vogliamo dire il nome del gip che ha fatto questo? Diamo il nome. Io mi voglio complimentare". Costanzo aveva poi tirato in ballo il Csm e l’allora ministro della Giustizia Orlando sollecitandolo ad aprire un’inchiesta perché "il giudice i danni non li paga, questa è la verità". Per l’accusa Costanzo avrebbe offeso la reputazione di Cantarini lasciando intendere che quando accaduto alla donna fosse in qualche modo una conseguenza dell’atteggiamento inoperoso o superficiale dello stesso. La condanna a Costanzo è arrivata mercoledì, ad Ancona, inflitta dalla giudice Maria Elena Cola che ha subordinato la sospensione della pena al pagamento di 40mila euro di risarcimento per il giudice, parte civile con l’avvocato Nazzareno Ciucciomei. La difesa di Costanzo ha sostenuto che non c’era volontà diffamatoria. Ora potrà ricorrere in appello.

Marina Verdenelli