Rimini, 22 novembre 2024 – Proprio giovedì, la criminologa e consulente per la difesa di Louis Dassilva lo aveva in qualche modo evocato: il confronto dei due Dna femminili isolati sui vestiti di Pierina Paganelli anche con la firma biologica di Manuela Bianchi. E ora, il tentativo di comparazione è realtà. Sotto la lente del super perito Emiliano Giardina non finiranno solo i Dna dei soccorritori della Paganelli e degli agenti di polizia che entrarono nell’angusto disimpegno tra le porte tagliafuoco che portano dal vano ascensore ai garage di via del Ciclamino 31: il luogo in cui la 78enne venne uccisa con 29 coltellate.

Ma la comparazione dei due Dna femminili sarà fatta anche con il Dna di Manuela Bianchi, il cui materiale biologico è nelle banche dati della polizia, prelevata su consenso della stessa Bianchi nella fase iniziale dell’inchiesta. Discorso analogo verrà fatto per le tracce di ‘maschio 2’ e ‘maschio 3’ (i Dna già isolati dal super perito durante la prima fase degli accertamenti irripetibili sui vestiti della Paganelli e sulla parete del seminterrato), il cui confronto riguarda invece il Dna del fratello di Manuela, Loris Bianchi, anch’esso nelle banche dati.
Le tracce di Dna femminili isolate sulla gonna della vittima, all’altezza della vita, e sulla maglietta vicino a una ferita tra braccio e spalla sono però in quantità estremamente esigue. Difficile, se non impossibile, che la comparazione anche utilizzando il super laser dall’America possa dare un riscontro. È infatti acclarato come a rendere più difficoltoso il lavoro di studio e comparazione del super perito sia stata la cattiva conservazione dei reperti. Gli indumenti della vittima conservati umidi hanno sviluppato la muffa che ha degradato ogni altra traccia biologica. Ciononostante, tutto il possibile sarà compiuto nel laboratorio dell’Università Tor Vergata, dove appunto tra i campioni di profili genetici da sottoporre alla prova del ‘match’ con le due diverse tracce femminili da contatto ci sarà anche quello di Manuela Bianchi, così come quello della moglie di Louis Dassilva – Valeria Bartolucci – e la vicina che si trovava con Pierina all’adunanza dei testimoni di Geova.
L’unico punto fermo, per ora, sembra dunque quello per cui non ci siano sui reperti analizzati da Giardina tracce biologiche di Louis Dassilva. “Dassilva non era sulla scena del crimine – ha ribadito l’avvocato difensore dell’indagato Andrea Guidi – e se non ci saranno nuovi elementi probanti, se non ci sarà alcunché neanche dalle telecamere a quel punto come difensori, l’avvocato Riario Fabbri e io, valuteremo la possibilità di chiedere una revisione della gravità indiziaria e quindi chiederemo al gip la scarcerazione”.