Rimini, 13 settembre 2024 – Lo scudo e la lancia. Il primo per difendere il marito, Louis Dassilva, unico indagato per l’omicidio di Pierina Paganelli, uccisa con 29 coltellate la sera del 3 ottobre 2023. La seconda per lanciare attacchi ad un altro dei grandi protagonisti del giallo, Loris Bianchi, fratello di Manuela, nuora della vittima e amante dello stesso Dassilva.
Valeria Bartolucci è tornata nuovamente alla carica per commentare la decisione del tribunale del Riesame, che ha respinto l’istanza del pool difensivo (rappresentato dagli avvocati Riario Fabbri e Andrea Guidi) negando la libertà al 34enne senegalese, in carcere dal 16 luglio scorso. Dassilva resta ai ‘Casetti’, almeno per ora. Valeria, però, non ci sta, e ai microfoni della trasmissione Mediaset Mattino 5 non va tanto per il sottile. Tirando per la giacchetta anche altre persone, tra quelle invischiate nell’intrica vicenda che orbita attorno al delitto della Paganelli.
“C’erano tutti i presupposti per la scarcerazione – ha detto dopo che alla viglia della decisione del Riesame appariva fiduciosa – non c’è pericolo di fuga o reiterazione del reato e neanche inquinamento delle prove, che hanno trovato dopo undici mesi”. Bartolucci continua a rivendicare la sua fede incrollabile nell’innocenza del marito. “Louis non c’entra, ne sono certa”.
Quindi un commento sul famoso video della cam numero 3 della farmacia San Martino, ritenuto la “prova regina” dagli inquirenti riminesi. Un filmato che, alle 22.17 del 3 ottobre di un anno fa (pochi minuti dopo l’omicidio), mostra un sagoma dirigersi verso il complesso residenziale. Per gli investigatori quella figura corrisponde all’assassino di Pierina e combacerebbe, in tutto e per tutto, con Dassilva (le perizie in mano alla Procura di Rimini hanno evidenizato una perfetta sovrapposizione di altezza, corporatura, andatura e torsione della spalla).
Una ricostruzione che però sarebbe stata messa in dubbio dalle dichiarazioni di un altro condomino di via del Ciclamino, che intervistato dalla Rai aveva affermato di riconoscersi nel video, salvo poi smentire tutto nel corso di un interrogatorio in Questura alla presenza della squadra mobile, guidata dal commissario capo Marco Masia. “Sono undici mesi che vi dico che poteva essere uno che andava al bar” ha detto Bartolucci.
Valeria ha quindi tirato in ballo Loris Bianchi, il fratello di Manuela, che la sera del delitto si trovava proprio nel palazzo (anche se per gli inquirenti il suo alibi è inattaccabile). “Era attenzionato fin dall’inizio. Il dna trovato sui reperti è maschile. Se l’hai comparato con Dassilva, lo compari anche con lui. Perché fare le cose a metà? Facciamole tutte intere. Eventualmente andrebbe comparato ache con altri componenti maschili della famiglia” ha aggiunto Valeria. Che ieri, ai microfoni della Rai, non ha lesinato nuove frecciate, questa volta all’indirizio di Manuela Bianchi.
Il pool difensivo di Dassilva si prepara intanto a portare avanti il braccio di ferro con gli inquirenti. La lunga battaglia legale che si preannuncia è solamente al primo round. Tra le ‘carte’ ancora da giocare, quella di un eventuale ricorso in Cassazione contro la decisione del Riesame. Nei prossimi giorni dovrebbe inoltre arrivare la richiesta di incidente probatorio sui cellulari e dei dispositivi elettronici di Louis. Mentre si attende l’esito definitivo delle analisi di laboratorio sui reperti isolati dalla squadra mobile.