Caso Shalabayeva, l’ex questore è innocente

Maurizio Improta: "Ho pianto tante volte, nessuno mi restituirà questi nove anni d’inferno"

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L’ex questore di Rimini Maurizio Improta è stato assolto per il caso di Alma Shalabayeva. Non c’è stato alcun sequestro di persona nei confronti della moglie del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov, espulsa verso il Kazakhstan nel 2013 insieme alla figlia. A decretarlo ieri è stata la Corte d’appello di Perugia che, annullando le condanne del primo grado, ha assolto "perché il fatto non sussiste" Improta, Renato Cortese e gli altri poliziotti con cui all’epoca dei fatti (maggio 2013), guidavano la squadra mobile e l’ufficio immigrazione della questura di Roma. Improta ha pianto quando è arrivato l’atteso verdetto dei giudici: "E’ stata riconosciuta la regolarità della nostra attività e l’assenza di qualsivoglia iniziativa criminale. Penso a mia madre che ha 90 anni e avrà un bel regalo, a mia moglie che proprio oggi (ieri) ha festeggiato il compleanno, a mio nipote di sei mesi che almeno avrà un ricordo di un nonno perbene. Sono passati nove anni che nessuno mi restituirà, ma forse adesso potrò avere un po’ di serenità".

Improta adesso attende di sapere quale sarà il prossimo incarico: "Deciderà il capo della Polizia, che non ha mai avuto un attimo di tentennamento nei nostri confronti. Quello che vorranno chiederci di fare lo faremo". Improta ha ammesso ieri: "Ho pianto tante volte da solo, l’ultima ieri. Un pensiero va a mio padre che ha subito lo stesso tormento quando era prefetto a Napoli e ne uscì assolto".