Caso Siri, coinvolta banca di San Marino

Il mutuo per la casa della figlia acceso alla Banca Agricola Commerciale di Dogana

La filiale di Dogana della Banca Agricola Commerciale e Armando Siri

La filiale di Dogana della Banca Agricola Commerciale e Armando Siri

San Marino (Rimini), 7 maggio 2019 - Sono partiti da San Marino i quasi 600mila euro che il sottosegretario Armando Siri ha messo a disposizione della figlia per acquistare una palazzina in provincia di Milano. Più precisamente i soldi sono arrivati dalla filiale di Dogana della Banca Agricola Commerciale, che ha sede proprio sul confine con l’Italia.

Secondo l’inchiesta di Report, andata in onda ieri sera, l’istituto di credito sammarinese avrebbe concesso il mutuo a Siri senza chiedere garanzie. Questo nonostante il sottosegretario «abbia alle spalle un patteggiamento per bancarotta fraudolenta, un immobile pignorato e nel 2017 abbia dichiarato un reddito di 25mila euro». All’atto del rogito il notaio ha segnalato anche la compravendita dell’immobile di Bresso come sospetta operazione di riciclaggio.

Nessuno dei vertici della Bac ieri ha voluto intervenire sul caso del sottosegretario leghista finito ancora una volta nella bufera dopo la presunta mazzetta di 30mila euro ricevuta da Paolo Arata. E’ invece intervenuta la Procura di Milano che ha aperto un fascicolo, al momento senza ipotesi di reato nè indagati, sul caso dell’acquisto della palazzina finanziato con il mutuo acceso presso la Banca Agricola Commerciale.

Sabato scorso in Procura a Milano è arrivata l’informativa del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza milanese, che contiene la segnalazione dell’Unità di informazione finanziaria (Uif) di Banca d’Italia. Era stato, come detto, lo stesso notaio davanti al quale è stato stipulato l’atto di compravendita della palazzina (intestata alla figlia del sottosegretario) a inoltrare, a Bankitalia una segnalazione per operazione sospetta di riciclaggio.

Il fascicolo, al momento un cosiddetto ‘modello 45’, ossia senza ipotesi di reato né indagati, è stato assegnato al dipartimento guidato dal procuratore aggiunto Fabio De Pasquale che si occupa, oltre che di corruzione internazionale, anche di casi di riciclaggio o auto-riciclaggio.

«Non vi è alcuna irregolarità nell’acquisto dell’immobile a cui si riferisce Report. L’acquisto è avvenuto con una procedura regolare e trasparente nel rispetto di tutte le norme vigenti comprese quelle anti riciclaggio – è stata la replica del sottosegretario leghista Armando Siri – Nessuna operazione sospetta da segnalare ma la normale compilazione dei moduli che tutti i notai sono tenuti a redigere. I fondi sono frutto di un regolare mutuo erogato nel pieno rispetto di tutte le norme bancarie».

«Anche i dettagli di questa operazione, si ripete del tutto regolare, saranno spontaneamente forniti all’autorita giudiziaria qualora ritenuti di interesse» ha concluso il sottosegretario. Che ieri ha incassato ancora la fiducia di Matteo Salvini.

«Possono aprire tutte le inchieste che vogliono, io sono assolutamente tranquillo – ha detto il vicepremier – Se a Siri viene contestato di avere un mutuo, è un reato che stanno compiendo alcuni milioni di italiani che pagano la rata del mutuo».