Cattolica, si ferisce e muore dopo 4 giorni

Faliero Ravaglia, imprenditore di 65 anni, è stato medicato al pronto soccorso dopo un incidente domestico: venti giorni di prognosi e subito dimesso

Faliero Ravaglia, morto a 65 anni

Faliero Ravaglia, morto a 65 anni

Rimini, 28 maggio 2018 - Sembrava una ferita guaribile, quella che si era procurato ad un polpaccio mentre stava svolgendo un lavoro in casa sabato 19 maggio. Era andato subito in ospedale, al «Cervesi», dove l’avevano medicato e suturato con quindici punti. Invece dopo quattro giorni Faliero Ravaglia, 65 anni, piccolo imprenditore a Cattolica, è morto. All’improvviso. E la sua famiglia, composta da moglie e due figli, è sprofondata nella disperazione più totale.

«E’ possibile che una persona, che era sempre stata bene, possa morire così per una ferita ad un polpaccio? Noi vogliamo capire per quale motivo è morto il nostro Faliero, capire se è stata una pura fatalità o se ci possano essere state delle responsabilità mediche. Non ha mai avuto problemi di salute», hanno chiesto la vedova ed i figli che si sono immediatamente rivolti agli avvocati Fabrizio Pullè e Stefano Leardini, esperti in responsabilità sanitaria. Proprio venerdì scorso i legali hanno presentato un esposto alla Procura chiedendo che venisse sequestrata tutta la documentazione medica e che fosse disposta l’autopsia sul corpo dello sfortunato imprenditore, nominando come consulente di parte il professor Andrea Cottone. Il sospetto è che possa trattarsi di un caso di malasanità.

I fatti risalgono a mercoledì 19. Faliero Ravaglia sta lavorando con un flessibile quando, per cause ancora in via d’accertamento, l’utensile gli sfugge di mano e gli cade su un polpaccio. E’ questione di pochissimi attimi e l’attrezzo gli procura una vasta ferita lacero contusa. Il 65enne perde sangue, ma riesce a salire in auto con la moglie che lo accompagna, in tutta fretta, al pronto soccorso dell’ospedale di Cattolica. Qui, stando al racconto fatto dalla famiglia della vittima all’avvocato Pullè, l’imprenditore viene medicato e suturato con quindici punti e poi lo avrebbero rimandato a casa. La prognosi è di 20 giorni. Il mattino seguente, sempre accompagnato dalla moglie, Ravaglia è tornato in ospedale per la medicazione. Qui lo avrebbero sottoposto ad una terapia antibiotica ed antitetanica senza però senza però prescrivergli quella anti-trombo.

L’uomo avrebbe detto al personale medico di essere allettato a causa del dolore provocato dai quindici punti di sutura, senza però trovare alcuna risposta concreta. E mercoledì la situazione clinica è improvvisamente precipitata. Alle 13.30 Ravaglia si è diretto nel bagno e ha iniziato a sentirsi male. Il tempo di chiedere aiuto alla moglie e le sue condizioni sono diventate disperate. La donna ha immediatamente chiamato il 118 che è arrivato nel giro di pochissimo, ma il cuore del marito aveva già cessato di battere nonostante gli sforzi del personale medico e paramedico per salvarlo. Così la famiglia Ravaglia è sprofondata nel dramma, distrutta e sconvolta per accettare una morte così repentina ed assurda. Su disposizione della Procura, che ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, sabato mattina è stata compiuta l’autopsia (da parte della dottoressa Donatella Fedeli) sul corpo di Faliero Ravaglia. Dalle prime indiscrezioni sembra che sia stata un’embolia polmonare a causare il decesso.