Cattolica sceglie il referendum senza quorum

Il Consiglio comunale ha approvato la decisione con il voto favorevole della maggioranza

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Via libera all’introduzione del referendum senza quorum. Questa la decisione assunta, con voto favorevole della maggioranza, dal Consiglio comunale di Cattolica, riunito l’altra sera in videoconferenza. Affinchè una futura proposta refendaria sia dichiarata valida non servirà dunque il raggiungimento di un’affluenza minima. Questo lo scoglio contro cui in passato si erano spesso arenate diverse consultazioni elettorali, inclusa quella riguardante il senso unico in via Del Prete e la nuova pista ciclabile. Arriva dunque a conclusione un iter cominciato ormai quasi tre anni fa e portato avanti dalla presidente del Consiglio, Silvia Pozzoli, con la partecipazione dei consiglieri M5s. "In precedenza – spiega la Pozzoli – i referendum di tipo propositivo e abrogativo erano riconosciuti a livello di statuto, ma non regolamentati. Consideriamo l’approvazione di questo documento un importante traguardo per la nostra città e perché andiamo a dotarci di un prezioso strumento di democrazia diretta. Crediamo che in una democrazia matura sia fondamentalmente dare ai cittadini la possibilità di esprimersi ma anche responsabilizzarsi di fronte a scelte e decisioni che possono riguardare il futuro della loro comunità. Spesso, in occasione di precedenti referendum, abbiamo assistito all’istigazione al non voto da parte di chi era contrario alla proposta: un comportamento questo che crediamo essere in qualche modo lesivo. Il referendum potrà essere proposto da un gruppo di 50 persone iscritte alle liste elettorali del Comune di Cattolica. Sarà necessario e validare almeno 2mila firme. Il quesito referendario dovrà essere valutata da un’apposita commissione presieduta dal segretario comunale e composta unicamente da tecnici. Ringrazio tutti coloro che hanno lavorato duramente per rendere finalmente possibile questa iniziativa".

Dall’opposizione si sono però alzate alcune voci critiche. La prima è quella di Massimiliano Gessaroli (Cattolica nel cuore). "Fondamentalmente sono a favore del referendum senza quorum, strumento che permette ai cittadini di entrare a far parte delle scelte amministrative. Tuttavia sollevo alcune perplessità su un articolo in particolare, che impedisce di convocare un referendum su opere urbanistiche già oggetto in precedenza di finanziamenti pubblici. Un articolo che a mio avviso tutto ciò che c’è di buono nel regolamento". "E’ giusto dare la possibilità a 2mila cittadini di decidere per conto di 17mila?" è la domanda sollevata da Marco Secchi (Pd). Marco Cecchini (Lega) chiede infine chiarimenti sui soldi spesi dall’amministrazione comunale in consulenze per dare seguito al progetto.