Ceccarini, lo splendore della cura

L’ospedale di Riccione ha aperto le porte ai visitatori per scoprire l’immenso patrimonio culturale

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L’ospedale non è solo un luogo di cura, ma è anche un tesoro che racchiude beni artistici di valore inestimabile. Ed è un peccato che pochi ne siano a conoscenza. Il ‘Ceccarini’ di Riccione ha di recente aperto le porte ai visitatori per scoprire il suo immenso patrimonio culturale. Nel 2021 l’Ausl Romagna è entrata nella prestigiosa associazione ’Ospedali storici italiani’ (Acosi), che annovera tra i soci fondatori le realtà sanitarie più importanti nel panorama italiano: il Santa Maria Nuova di Firenze, l’ospedale civile Santi Giovanni e Paolo di Venezia, Ca’ Granda ospedale maggiore policlinico Milano, l’ospedale Santo Spirito in Sassia di Roma e l’ospedale Incurabili - Museo delle Arti Sanitarie di Napoli. "La sfida, che accomuna gli ospedali storici d’Italia – dice il presidente di Acosi, Edgardo Contato – è quella di far convivere arte e cura valorizzando il concetto di ’arte che cura’". Oltre all’aspetto dell’umanizzazione delle cure tanto in voga in questo periodo, non va dimenticata infatti la storia dei grandi e piccoli benefattori che hanno reso possibile la costruzione dei luoghi di cura come appunto l’ospedale Ceccarini. La presenza di ricchi villeggianti, che trascorrevano a Riccione una vita spensierata, aveva come contorno la vita quotidiana delle famiglie povere che vivevano sulla maggior parte del territorio. In questo contesto si inserisce Maria Boorman Ceccarini, figura ponte tra i due mondi, il suo privilegiato e ricchissimo e l’altro privo di quasi tutto. Maria Boorman era rimasta vedova di Giovanni Ceccarini che aveva conosciuto in America e col quale era venuta a vivere a Riccione. Rimasta sola, Maria Boorman decide comunque di portare avanti alcune azioni nei confronti degli abitanti di Riccione e della vicina Misano, come a suo tempo aveva concordato con l marito. "Fra queste proprio la costruzione dell’ospedale, che prenderà il nome del defunto marito – come scrive Sonia Muzzarelli, responsabile del patrimonio artistico dell’Ausl Romagna – La posa della prima pietra avverrà il 25 aprile del 1892. Il 23 ottobre del 1893 fu inaugurato l’ospedale che doterà il paese del primo orologio pubblico. La via Viola, poi viale Ceccarini, verrà dotata d’illuminazione grazie all’impianto elettrico allacciato al generatore del nosocomio". Il viaggio attraverso gli ospedali storici del Bel Paese è sintetizzato nel volume "Lo splendore della cura. Viaggio negli ospedali storici italiani" (Sarasvathi Edizioni). Le visite guidate, condotte degli studenti del liceo Giulio Cesare – Valgimigli di Rimini, sono state a cura della professoressa Michela Cesarini.