Centri estivi, le famiglie tremano per le rette

Più educatori e nuovi criteri di sicurezza: così aumenteranno anche i costi che dovranno essere sostenuti dai genitori

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Rette destinate ad aumentare e raddoppio dei plessi dove tenere i centri estivi. A una settimana dalle linee guida date dalla Regione per organizzare i centri estivi, non tutti i punti sono chiari; per le famiglie comincia la caccia al bonus per cercare di abbassare le rette. L’aumento dei costi è diretta conseguenza del raddoppio degli educatori, delle spese per le sanificazioni ed anche del numero di strutture coinvolte. Numeri ancora da quantificare. "Rispetto alle 15 strutture utilizzate un anno fa, dovremmo avvicinarsi alle 30. Stiamo chiedendo ai dirigenti scolastici la disponibilità dei plessi per organizzare il servizio", spiega Mattia Morolli, assessore alla Scuola del Comune di Rimini. Tant’è che oggi i genitori corrono il rischio di iscrivere i bambini senza avere la certezza del plesso dove si svolgerà il servizio. Poi ci sono il capitolo costi e quello relativo ai bonus sui quali i punti interrogativi rimangono. "Per calmierare le rette stiamo continuando a dialogare con la Regione insistendo sul fondo da destinare a questo tipo di attività. Sarebbero risorse aggiuntive – spiega l’assessore Morolli – che si andrebbero ad aggiungere al bonus che è stato confermato". E’ possibile, come negli anni passati, richiedere il vecchio bonus facendo domanda in municipio. L’aiuto economico, che un anno fa riusciva a coprire circa il 60% del costo della retta, verrà concesso a seconda dell’Isee presentato. Con l’aumento dei costi del servizio non è detto che la percentuale del contributo sia la stessa. C’è la possibilità di utilizzare anche quello che il governo ha chiamato bonus baby sitter, destinato anche al pagamento della retta al centro estivo, conferma l’assessore. Per poter procedere serve l’iscrizione del figlio al servizio. Prima della riapertura attesa il 22 di giugno, rimane meno di un mese. Quattro settimane nelle quali dovranno chiudersi le iscrizioni, condizione sine qua non per sapere quanti insegnanti ed educatori impiegare. Il servizio, che offrirà il Comune nella fascia 3-6 anni, vedrà quadruplicare il numero di educatori, passando da 1 ogni 20 a uno ogni 5. Nella fascia di metà 6-11 anni il rapporto diventa uno ogni 7 bambini. E Il Comune sta aspettando anche maggiori delucidazioni dalla Regione per far fronte al problema dei bambini da 0 a tre anni che, al momento sono esclusi da centri estivi e con i nidi chiusi. "Ben venga l’accelerazione da parte della Regione; come Comune sia pronti a confermare il voucher per le famiglie qualora ripartissero i nidi", conclude Morolli.

Andrea Oliva