Certificati anagrafici in tabaccheria Servizio sospeso: "Per la privacy"

L’assessore Bragagni: "Un danno per l’amministrazione e i cittadini, il ministero riveda la decisione" Rilasciati in dieci mesi oltre 50mila documenti, poco più di 3.500 utenti non si sono recati in Comune

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"Oltre 10mila certificati anagrafici rilasciati nelle tabaccherie e nelle edicole, più di 50mila rilasciati online dal Comune grazie all’accordo commerciale con Smart Anpr. E ora il ministero dell’Interno sospende queste possibilità, portando di fatto al peggioramento del servizio, e di nuovo a code davanti agli uffici, code che si erano notevolmente accorciate". Il grido d’allarme viene dall’assessore ai servizi civici, Francesco Bragagni, che parla di "ritorno al passato", e del rischio di compromettere il lavoro svolto in questi anni dall’amministrazione comunale per semplificare e velocizzare la burocrazia e i tempi di rilascio dei documenti.

"La circolare ministeriale – prosegue – rischia di compromettere le agevolazioni per i cittadini messe in campo dal Comune: va rettificata. Due scelte in capo al governo determinano un’improvvisa ‘fermata’ di alcuni servizi attivi da anni nel territorio riminese che sono sempre stati apprezzati e ampiamente utilizzati dai cittadini". Palazzo Garampi stima in più di 10mila i certificati anagrafici - residenza e stato di famiglia i più gettonati - ottenuti in edicole e tabaccherie, da gennaio a inizio novembre. Ancora più importante il dato dei certificati ottenuti online grazie all’accordo del Comune di Rimini (come di tantissimi altri) con la società Smart, anche questa bloccata dal ministero, per questioni legate alla privacy. Per le quali lo stesso ministero aggiunge il divieto di chiedere l’acquisizione di certificati per terze persone, attraverso la garanzia dela propria identità digitale. Insomma, niente più certificato per l’anziana zia, o la nonna, o per chiunque, tramite appunto delega.

"Dati alla mano – prosegue Bragagni – la piattaforma comunale dall’1 gennaio al 10 novembre di quest’anno ha rilasciato oltre 50mila certificati e ha permesso a 3.569 utenti di non venire in comune. Non solo: questi 3.569 utenti hanno chiesto i certificati intestati a 43.079 intestatari diversi. Questo significa che se avessimo usato solo la piattaforma di Anpr, che prevede che il richiedente e l’intestatario siano la stessa persona (il ritorno al passato paventato dall’assessore, ndr) avremmo avuto 39.510 certificati on line in meno". In altre parole, "la performance della nostra piattaforma ha una efficacia di rilascio 10 volte superiore a quella di Anpr, più macchinosa e che non consente deleghe. Per questo penso sia doveroso mantenere in uso la piattaforma di certificazione del Comune e avviare ogni interlocuzione possibile con il ministero dell’Interno per chiedere un supplemento di istruttoria sulla circolare e l’emanazione di una rettifica".

"Se le norme vigenti – insiste l’assessore – danno la possibilità agli avvocati, ai notai, ai commercialisti, ai sindacati, ai patronati, agli uffici pubblici, al mondo delle imprese, ai creditori di avere on line, senza andare in anagrafe e identificandosi con il sistema più sicuro, il certificato di ogni loro avente causa, perché il sindaco non può rilasciarlo con questa modalità? Si tratta di una prerogativa dei sindaci che non può essere messa in discussione con una circolare ministeriale". Riguardo al ‘semaforo rosso’ per edicole e tabaccherie, "la presa di posizione del ministero causerebbe un peggioramento del servizio, comportando dei passi indietro sia per quanto concerne le file davanti agli uffici – che con la possibilità di rivolgersi presso più sedi si erano nettamente accorciate - sia per le spese, essendo necessari, in questo caso, nuovi istruttori amministrativi per coprire la domanda".

Mario Gradara