Cesare Emendatori, il primo caso di Coronavirus a Rimini riapre il ristorante

Riparte con il suo locale di San Clemente: "Ho già un sacco di prenotazioni"

Cesare Emendatori, il primo contagiato della provincia di Rimini

Cesare Emendatori, il primo contagiato della provincia di Rimini

Rimini, 31 magigo 2020 - I suoni della cucina: le pentole sul fuoco, il viavai dei camerieri, il tintinnio delle posate. Alla trattoria La Romagnola di San Clemente è tutto pronto per la ripartenza. Da ieri sera il ristorante è tornato ad accogliere i clienti dopo tre mesi di chiusura. Per il titolare, Cesare Emendatori, 71 anni, è il momento della rinascita. Proprio lui, il 26 febbraio scorso, era finito sotto i riflettori come primo caso accertato di Covid-19 della provincia di Rimini. "Contro di me e la mia famiglia c’è stato un vero accanimento, ci hanno trattato come degli appestati, ma io non ho attaccato il virus a nessuno, non è possibile dire da dove sia partito il contagio. Ora sono felice di ricominciare, ai miei clienti voglio dire che li aspetto a braccia aperte".

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Emendatori, sono già arrivate le prime prenotazioni? "Sì. Questa sera (ieri per chi legge, ndr) avremo già una quarantina di persone. Naturalmente ci tengo a evidenziare che riapriamo in totale sicurezza. Gli organi preposti ci hanno rilasciato le mo adottato tutte le misure pr autorizzazioni del caso e abbia eviste dai regolamenti".

Ad esempio? "Distanziamento dei tavoli per limitare il più possibile il contatto tra le persone. Rispettiamo scrupolosamente i protocolli sanitari. Tutto il personale indossa ovviamente la mascherina. E poi prestiamo grandissima attenzione all’aspetto dell’igienizzazione e della pulizia. Insomma: i nostri ospiti possono tornare a godersi la buona cucina e l’ospitalità tipica della Romagna senza nulla da temere. Abbiamo anche previsto dei menù di pesce e di carne a prezzi molto vantaggiosi per i nostri clienti più affezionati".

Fisicamente, come si sente in questo momento? "Bene, posso dire di essermi ripreso del tutto e anche abbastanza rapidamente. Gli ultimi tre mesi sono stati davvero difficili. Non solo perché ho contratto il Coronavirus, ma anche per l’eco mediatica attorno alla mia persona e alla mia attività. Giornali e televisioni ci hanno letteralmente massacrato. Mi dispiace sopratutto per mia moglie, i miei figli e la mia famiglia, anche se nessuno di loro ha avuto il Covid-19. La gente li guardava come degli untori. Un comportamento inaccettabile, anche perché noi non abbiamo nessuna colpa. Non avevano il coraggio di guardarli in faccia. Molti alla fine mi hanno chiesto scusa".

Ha capito come è entrato in contatto con il virus? "Credo sia tutto legato a una serata con il karaoke. In quel periodo nel locale arrivava spesso gente dal Nord Italia. Immagino che il contagio sia avvenuto attraverso il microfono. Infatti, oltre a me, hanno contratto il virus anche il dj e due clienti, ma nessuno del personale, né tra i cuochi né tra i camerieri. Ribadisco: contro di noi c’è stato un ingiusto accanimento. Ma ora vogliamo voltare pagine e riprende in mano la nostra attività. Molti ci hanno telefonato per dirci che non vedo l’ora di tornare"