"Chiediamo i danni per la tragedia di Michael"

La famiglia Antonelli parte civile al processo: il giovane ciclista morì due anni dopo l’incidente avvenuto durante una corsa in Toscana

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La famiglia di Antonelli chiede giustizia per Michael. Ed è pronta a presentare, tramite i suoi legali, la richiesta di risarcimento danni per il drammatico incidente in cui il giovane ciclista sammarinese, che correva per i colori della Mastromarco, era rimasto coinvolto nell’agosto 2018 in Toscana durante la corsa Firenze-Viareggio. Michael non si riprese più da quell’incidente e morì nel dicembre del 2020 per insufficienza respiratoria da Covid.

Ieri al tribunale di Pistoia ci doveva essere l’udienza preliminare per il caso Antonelli, ma è stato tutto aggiornato al 23. Erano presenti in aula a Pistoia, la madre di Michael, Marina Mularoni difesa dagli avvocati Fiorenzo e Alberto Alessi di Rimini, il fratello Mattia (che compirà 18 anni a settembre) difeso sempre dagli Alessi e infine il padre Luca Antonelli assistito all’avvocato Flavio Moscat. Tutti e tre si costituiranno parte civile. Assenti in aula invece i due imputati, il presidente della società organizzatrice della gara e il direttore di corsa, accusati di omicidio colposo per non aver predisposto le adeguate misure di sicurezza lungo il percorso della gara. I due sono difesi dall’avvocato Nuri Venturelli di Roma, che ha sollevato un errore nella notifica dell’avviso di citazione per il presidente della società fiorentina, per cui il giudice ha deciso di rimandare l’udienza preliminare. Udienza già rifissata per il 23 maggio. Una celerità che è stata apprezzata dagli avvocati Alessi, considerando i tempi biblici della giustizia italiano.

All’avvocato Fiorenzo Alessi abbiamo chiesto se sia già stata stimata l’entità del risarcimento. "Non lo abbiamo ancora fatto – spiega Alessi – In questo momento è inutile parlare di cifre, dobbiamo solo attendere il processo e il suo dibattito. Certo si sta parlando di somme importanti, viste le gravissime conseguenze dell’incidente. Ma dobbiamo ancora attendere e vedere gli sviluppi". Per entrambi gli imputati, il presidente della società sportiva e il direttore di gara, l’ipotesi di reato è di omicidio colposo. In particolare al direttore di gara viene contestata "l’omissione di adeguate cautele non predisponendo barriere di contenimento con protezioni morbide e l’assenza di segnalazione del pericolo in quel tratto in discesa da parte degli addetti alla gara".

Antonio Mannori