"Ci abbiamo provato, ma nessuno voleva indossare la mascherina"

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"Noi ce l’abbiamo messa tutta. Abbiamo chiesto ai ragazzi di rispettare le distanze, di indossare le mascherine. Più di così onestamente non potevamo fare". E’ amareggiato Renato Pellegrino, il titolare di Beerstrò e Drink Station, due dei locali della Vecchia pescheria, dopo quanto accaduto venerdì e soprattutto sabato. Pellegrino, a nome di tutti gli altri gestori delle cantinette, nei giorni scorsi aveva chiesto collaborazione alle forze dell’ordine per evitare assembramenti temendo la folla nel weekend.

"Purtroppo è accaduto quello che temevamo. Venerdì sera gli agenti che hanno fatto i controlli hanno cercato soprattutto di informare i ragazzi. Sabato sono passati alle sanzioni perché la situazione era diventata difficile da gestire. Molti ragazzi sono arrivati in centro senza nemmeno portarsi la mascherina: la chiedevano a noi nei locali. Figuriamoci se possiamo metterci anche a distribuire la mascherine". Ora lo spettro della chiusura anticipata. "Venivamo da due mesi di lockdown, lavorare fino alle 21,30 è quasi come restare chiusi. Ci sono altri locali a Rimini dove si formano puntualmente assembramenti, ma la Vecchia pescheria è finita nell’occhio del ciclone perché ci sono tante attività".

"Chiudere anticipatamente i locali – dicono i titolari della Bisca – penalizzerà soltanto le nostre attività e non risolverà il problema. Anche coi locali chiusi dalle 21,30 la Vecchia pescheria, piazza Cavour e altre zone del centro si riempiranno di giovani. Si porteranno la birra da casa o magari acquisteranno gli alcolici in qualche minimarket, ma non resteranno chiusi in casa". A casa invece "rischiamo di rimanercinoi. Già la chiusura forzata per due mesi è stato un duro colpo, ora che avremmo bisogno di lavorare rischiamo invece di pagare per colpe non nostre".