
Trecento gli ospiti, altrettante le persone impegnate nell’organizzazione. Rimini e Riccione già trattano col ministero per ospitare l’edizione 2026.
Una parata di stelle. Le proiezioni. Gli incontri con i divi. E poi il red carpet, per la caccia a selfie e autografi. A Rimini e Riccione, per chi in questi giorni segue la prima edizione di Italian global series festival, ci sente un po’ come a Hollywood, Venezia, Cannes. Un evento, quello organizzato da Apa (l’associazione produttori audiovisivi) con il sostegno del ministero della Cultura, della Regione e dei due comuni, che sta portando tanta visibilità alla Riviera e che fa bene anche al turismo. E chi ha preso parte ad almeno uno degli eventi del festival, l’ha toccato con mano: dietro all’evento c’è una grande macchina organizzativa, che impiega ogni giorno circa 300 persone.
Restano ai numeri, sono 65 gli addetti ai lavori del festival. A loro vanno aggiunte altre 180 persone tra hostess, steward, autisti e addetti alla sicurezza. E poi ci sono tecnici, allestitori e tutti gli altri impegnati per la realizzazione degli eventi. Molti di loro sono stati ’reclutati’ nel territorio, alcuni sono arrivati da fuori. Gli ospiti dell’Italian global festival tra attori e registi, produttori e dirigenti delle case di produzione, rappresentanti delle istituzioni – e non solo – sono 285. L’organizzazione del festival ha riservato loro stanze in 13 hotel tra Rimini e Riccione, tra cui naturalmente il Grand Hotel dove alloggiano Kevin Spacey (qui in foto al Fellini Museum) e altri. E poi ci sono i giornalisti: quelli accreditati sono 85, la stragrande maggioranza di loro è arrivata da fuori. In totale, fanno oltre 1.560 presenze negli hotel legate al festival. E l’indotto diretto stimato, solo per gli alberghi, è di quasi mezzo milione di euro. A cui poi va sommato tutto il resto. Il festival (costato circa 6 milioni) sta portando a Rimini e Riccione un giro d’affari per diversi milioni di euro. Senza dimenticare il ritorno in termini di immagine e visibilità per la Riviera. Certo: in questa prima edizione c’è stata più di una sbavatura, l’organizzazione non sempre è stata impeccabile. Ma Rimini e Riccione vogliono tenersi stretto il festival. E ci sono già dialoghi in corso per l’edizione 2026.