FEDERICO TOMMASINI
Cronaca

Città in delirio per la finale: "Pallacanestro nel Dna, mai vista un’attesa così"

Cresce l’entusiasmo in vista di gara 1 per l’ultimo atto playoff tra Rbr e Cantù. L’atmosfera è elettrizzante e a raccontarla è il grande Renzo Vecchiato.

Cresce l’entusiasmo in vista di gara 1 per l’ultimo atto playoff tra Rbr e Cantù. L’atmosfera è elettrizzante e a raccontarla è il grande Renzo Vecchiato.

Cresce l’entusiasmo in vista di gara 1 per l’ultimo atto playoff tra Rbr e Cantù. L’atmosfera è elettrizzante e a raccontarla è il grande Renzo Vecchiato.

La febbre sta salendo in città: manca sempre meno alla gara 1 della finale playoff tra Rbr e Cantù. Un appuntamento che domenica terrà col fiato sospeso tutta Rimini. La mente torna a quella squadra che nel 1997 conquistò l’ultima promozione nella massima serie. C’era anche il grande Renzo Vecchiato (che negli anni ’80 militò proprio nel Rimini), ad accompagnare la squadra nell’impresa. Ora il basket è più che mai al centro della città.

"La pallacanestro è sempre stata fondamentale per Rimini, bastava scavare un po’ sotto la sabbia per far riesplodere la basket mania. Ricordo che quando giocavo io, la gente al Flaminio si accalcava per vedere il campo di gioco e in giro si parlava solo di basket. Un’atmosfera che è tornata, l’amore per il questo sport è sempre rimasto, alla fine è nel tessuto cittadino".

Cosa sta succedendo?

"La gente mi ferma per strada e mi chiede come finirà la prossima gara. Insomma tutti smaniano per il basket".

Nel ’97 accompagnò ai playoff un Rimini che alla fine venne promosso in A1, cosa ricorda di quell’esperienza?

"Lo scontro con Caserta, finito 3 a 2 per noi. Fu un palyoff pazzo, con un grande Dallamora e un coach Bucchi che faceva capire che avrebbe fatto strada".

Nota qualche somiglianza con questa Rbr?

"La pallacanestro è cambiata tanto, è difficile trovare delle somiglianze. Una cosa che noto invece è l’aspettativa che quest’anno è molto più alta, magari c’era anche allora, ma non essendo spettatore non me ne rendevo conto. Resta il fatto che la corsa dei tifosi al botteghino per accaparrarsi i biglietti, con 2000 posti bruciati in meno di una mattinata, non l’avevo mai vista. Poi quella del maxischermo al Flaminio, nel ’97 non c’era".

Il sesto uomo in campo per Rimini è il pubblico.

"Qualche giorno fa leggevo che il Flaminio ha il maggior indice di riempimento di tutta la Lega, addirittura vicino al 99 per cento". Che impressioni ha avuto dal campionato?

"Una sensazione straordinaria, siamo arrivati secondi pur con delle pause fisiologiche durante l’anno".

Si è emozionato?

"Non mi sono perso neanche una gara e ogni volta ho sofferto e gioito. Sono diventato riminese anche io. Basti pensare che al Flaminio, oltre alle foto di tutti i campioni nati a Rimini, ce ne sono anche due mie. Neanche Trieste, dove sono nato, mi ha mai onorato così".

Un pronostico per la gara contro Cantù?

"Non glielo darei neanche sotto tortura. Rbr è una squadra di qualità, forse con la miglior coppia di stranieri del campionato e il miglior italiano, Tomassini. I giocatori di Cantù presi uno ad uno sono dei fuoriclasse, ma alla fine quello che vince è il gruppo squadra. Ora mettiamoci tranquilli e godiamoci lo spettacolo".

Federico Tommasini