La proroga sui tempi dei bandi per il rinnovo delle concessioni balneari non stravolge i programmi dei Comuni. Gli uffici avranno più tempo per eseguire le procedure, ma dovranno prima attendere i nuovi provvedimenti del governo, incluso il decreto da emanare entro li 31 marzo 2025 per la questione indennizzi. Tuttavia la volontà di anticipare i bandi rimane, soprattutto a Rimini dove il Comune intende legare le procedure all’introduzione del piano spiaggia. L’idea di attenere altre tre estati prima di fare i bandi e pensare alla riqualificazione dell’arenile, è un concetto che non sfiora minimamente sindaco e giunta. Volontà a parte, i primi cittadini hanno le mani legate. Lo scoglio si chiama perizia, l’atto necessario per valutare eventuali indennizzi che il concessionario subentrante dovrebbe riconoscere a quello uscente. Prima di partire con i bandi andranno fatte le perizie per tutti i 250 stabilimenti balneari di Rimini. La stessa cosa dovrà avvenire da Bellaria Igea Marina a Cattolica. Ma i criteri su cui basare la perizia saranno individuati nel decreto che il ministero delle infrastrutture andrà a emanare entro il 31 marzo del prossimo anno. Fino ad allora tutti bloccati. Poi sarà un complesso lavoro di perizie. In municipio non vogliono perdere tempo, ma dovranno correre se vorranno fare i bandi nell’autunno del 2025, tra un anno. Tempistiche che ancor oggi attendono il responso del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che già una volta bocciò la proroga voluta dal governo.
Nel resto della Riviera riminese i Comuni attendono. Altrove la riqualificazione della spiaggia è iniziata tante stagioni fa, e c’è meno fretta, rispetto a Rimini, di rifare il look all’arenile. Dunque si tira un sospiro di sollievo e si toglie il piede dall’acceleratore. "Avremo più tempo per fare le procedure - premette il sindaco di Misano, Fabrizio Piccioni -. Il che non è male, sarebbe stato impossibile chiudere i bandi entro il 31 dicembre. Ora attendiamo gli ulteriori passi del governo". A Misano solo una parte dei bagni, quella meno importante, è sul Demanio. Il resto è su aree comunali date ai bagnini fino al 2026. "Potremmo unire le due procedure nel 2026: i bandi per le aree demaniali vicino al mare e le evidenze pubbliche per le aree private da affidare in concessione, date nel 2001 ai bagnini in diritti di superficie".
Anche Filippo Giorgetti, sindaco di Bellaria, vede il bicchiere mezzo pieno. "Avremo più tempo per i bandi e la cosa può essere positiva perché queste procedure e il grande lavoro che richiedono potranno non cadere in concomitanza con le scadenze del Pnrr. Avremo uffici meno oberati da lavoro". Ma l’ipotesi anticipo resta sul piatto. "Ii nostro modello è quello del project financing, e quanto scritto nel decreto non cambia la nostra impostazione. Se i bagnini riterranno di procedere prima della scadenza del 2027, noi saremo pronti ad andare avanti".
Intanto si attende. Prima del 31 marzo i municipi i bandi finiranno in un cassetto. Si attende il decreto del ministero delle infrastrutture che di concerto con quello dell’economia e delle finanze andrà a definire i nuovi canoni, il rispettivo valore e i criteri per gli indennizzi ai concessionari uscenti. Sul fronte canoni, nel decreto si parla di un possibile aumento del 110%, un numero già balzato all’occhio delle cooperative dei bagnini, e su cui non mancheranno i confronti con il governo.
Andrea Oliva