"Congresso Pd, si parta dal lavoro"

Emma Petitti: "Mi spaventano la faziosità, il frazionismo, le filiere politiche basate sulla fedeltà al capo"

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"Sono un po’’ preoccupata per l’azione egemonica che sta compiendo questo governo. E allo stesso tempo mi sembra che il Pd stia sottovalutando la questione. Mi pare non essere sufficientemente organizzato rispetto alla costruzione dell’opposizione sul territorio e sul piano sociale". Così Emma Petitti, presidente dell’assemblea legislativa dell’Emilia Romagna. "Vedo gruppi dirigenti distratti dai posizionamenti interni. Bisogna che la sinistra comprenda che non bastano i principi se non si è in grado di organizzare concretamente la politica".

Cosa teme di più?

"Primo, come si spendono le risorse del Pnrr sui territori e nei tempi previsti entro la fine del 2026. Parliamo di circa 209 miliardi di fondi europei. Poi, la sanità pubblica e la qualità delle sue prestazioni condizionata dalla capacità di spesa e dall’investimento pubblico (servirebbero almeno 5 miliardi) e dalla necessità di assumere medici, infermieri, psicologi di comunità. Infine, la finanziaria che sul piano sociale dimostra di essere contro i poveri e le donne perché taglia le tasse a chi ha già le risorse per poter andare avanti e riduce le opportunità di andare in pensione a chi fa fatica ad arrivare a fine mese".

Come procede il percorso congressuale?

"E’ condizionato da una accelerazione legata alle candidature che sono in campo. In questo momento non abbiamo bisogno di rifugiarci nel leaderismo pensando che solo questo basti a farci ritrovare come comunità di iscritti, militanti ed elettori rispetto al problema della nostra identità politica".

Quali le conseguenze?

"Il rischio da evitare è quello di una possibile ulteriore scissione. Non possiamo restare un partito dilaniato tra le diverse culture fondative (comunista, socialista, liberale, cattolica) che non sono riuscite a trovare una sintesi forte ed un gruppo dirigente diviso sulla prospettiva politica".

E le correnti?

"Quello delle correnti rischia di essere il modo di prefigurare nell’immaginario “il nemico” ma è un modo per non affrontare ancora una volta il nodo identitario. Siamo un Partito Democratico e non un partito personale. A me spaventa la faziosità, il frazionismo, le filiere politiche basate sulla fedeltà al capo".

Su quali temi puntare?

"Bisogna combattere l’evasione fiscale. Per redistribuire la ricchezza ed aumentare le pensioni prima bisogna crearla, ma il nostro Paese è in recessione. Non si può continuare a rinviare la transizione ecologica. E anche a livello locale, non si può svilire il confronto sull’ambiente e sulla questione energetica dal fossile alle rinnovabili, semplicemente confrontandosi sulla distanza a mare delle pale eoliche rispetto alla costa, e lo dico con rispetto, ci mancherebbe".