La coop delle casalinghe a luci rosse, "Mi vendo per dare un futuro ai miei figli"

Carmen, 36 anni e due bambini, è una delle quattro casalinghe riminesi dalla doppia vita La coop delle casalinghe a luci rosse: "Così dividiamo spese e clienti"

Rimini, nasce la coop delle 'casalinghe a luci rosse'

Rimini, nasce la coop delle 'casalinghe a luci rosse'

Rimini, 19 settembre 2014 - Casalinghe associate in una ‘cooperativa a luci rosse’. Quattro belle donne, tra i 24 e i 49 anni, due regolarmente sposate con figli, due fidanzate di lungo corso, una dopo l’altra a partire dall’autunno di un anno fa hanno deciso di arrotondare i magri stipendi mensili di barista, colf, cameriera o baby sitter praticando in forma associata il mestiere più antico del mondo. Associate perché per incontrare i clienti, arruolati col passaparola o attraverso annunci erotici sul web, utilizzano un appartamento affittato in comune.

L’arrotondamento ovviamente, fin dalle prime settimane, si è rivelato una fonte di reddito assolutamente strabiliante. Ai 600 – 800, massimo 1.500 euro mensili, gli introiti (per ogni ragazza) sono decollati alla stratosferica somma di 8.000-9.000 euro, sempre mensili, completamente esentasse, visto che la prostituzione in Italia, pur non essendo reato (lo è il solo sfruttamento) non viene tassata. Le quattro ragazze – Carmen, Sabrina, Giulia e Consuelo, tutti nomi di fantasia - hanno compagni, rigorosamente all’oscuro di tutto e, almeno alcune di esse, anche figli in età scolare.  Fanno una vita apparentemente normalissima, uscite e passeggiate con marito o fidanzato, incontri a scuola con maestre e altri genitori, cucinano e fanno shopping. Ma nel tempo libero esce allo scoperto – ovviamente per i soli clienti - il lato inconfessabile della loro esistenze. 

Quattro casalinghe ma niente crisi di nervi?  «Per niente, io sto benissimo e le mie amiche anche. Da quando abbiamo iniziato questa nuova attività, io e Consuelo lo scorso novembre, le altre nei mesi successivi, siamo più tranquille e rilassate che mai. Sono migliorati anche i rapporti con i nostri uomini».

Parla ‘Carmen’, 36 anni e due bambini, una delle quattro donne, che hanno deciso di aggiungere all’occupazione ordinaria quella di... lucciola. Lo start up aziendale, visto che condividete lo stesso pied-à-terre, com’è andato? «Devo dire che è partita subito bene, c’è molta richiesta. All’inizio ci hanno anche aiutato le foto accattivanti, e piuttosto esplicite, diciamo così, che abbiamo messo su vari siti internet specializzati in annunci di questo tipo. Poi è stato il passaparola. Oggi abbiamo così tanti clienti che ci possiamo permettere anche dei ‘no grazie’».

Chi sono gli esclusi?  «Non vogliamo saperne di stranieri, e neppure di persone anziane».

Tutti clienti giovani e belli, possibile? «Non è così, a volte sono anche bruttini. L’importante è che siano educati e puliti, e che paghino».

Quali sono le tariffe? «Si parte da 50 euro, poi 100 e 200, a seconda della prestazione. Per una serata intera io ne prendo 500».

Sesso protetto? «Solo protetto, tranne la fase iniziale dei preliminari».

Quanto guadagna col suo lavoro di ‘copertura’? «Poco più di 1.000 euro al mese, dipende dai periodi, e da quanto mi chiamano: faccio la cameriera, la badante o la baby sitter«.

E come prostituta? «Sugli 8.000-9.000 al mese».

Esentasse. «Certo. E mi auguro che la prostituzione non venga riconosciuta dallo Stato, se no ci tartassano come ai commercianti e a tutti gli altri, fino al 60-70% degli incassi. Meglio restare abusive. Del resto non facciamo niente di male. Siamo un po’ delle assistenti sociali particolari».

Ma cosa racconta a suo marito quando va a incontrare un cliente? «Che esco con le amiche, o che mi hanno chiamato per qualche lavoro».

Lui non approfondisce? «No».

Nessun sospetto nel vederla guadagnare tanto denaro? «Mica glieli faccio vedere. Li metto in banca per dare un futuro ai miei figli».

Non le viene mai voglia di comprarsi capi griffati, ad esempio? «Mi viene, ma ci sto attenta. In questo periodo devo cambiare la macchina. Ne vorrei una sportiva, ma le mie amiche mi hanno consigliato di comprarmi un’utilitaria usata. ‘Tuo marito è scemo, ma tua mamma no’, mi hanno detto. Comunque mi sono rifatta seno e labbra».

Cosa vi chiedono i vostri clienti? «Curiosamente apprezzano molto che non siamo prostitute professioniste, di mestiere. Credo che gli uomini si vergognino di andare con una prostituta, e sapere che noi lo facciamo quasi per passatempo, o comunque siamo donne normali con mariti e figli, li tranquillizza, li fa sentire meno in colpa. Poi percepiscono il fatto che a noi questo lavoro piace molto, lo facciamo anche per passione».

Tipo ‘Bocca di rosa’ insomma. Di che età sono in media i clienti? «Molti ragazzi giovani, sui 25 anni. Molti tendono a innamorarsi, mi chiedono di metterci insieme. Io li dissuado. Poi ci sono uomini maturi, sui 45-50 anni, sposati. Dall’operaio al professionista».

Si dice che molti vadano con le lucciole anche per parlare, per farsi ascoltare... «Beh, si, parliamo, ma soprattutto... facciamo movimento – ride Carmen —. Ma se qualcuno alla fine vuole fare due chiacchiere, mi è capitato l’altro giorno con un imprenditore, non guardo l’orologio, a meno che non abbia un altro appuntamento».