Omicidio Rimini, i vicini: “Coppia tranquilla, mai una lite”

I vicini: "Erano comunque persone riservate, qualche saluto quando ci si incontrava e niente di più. . Nel condominio abitano anziani e qualche straniero. Siamo tutti sconvolti per quello che è accaduto"

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Lei viene descritta come "una donna molto taciturna, che sorrideva ma non parlava quasi mai". Lui, invece, come un uomo "apparentemente tranquillo". A conti fatti, nel quartiere Ina Casa – teatro dell’ennesimo caso di femminicidio, consumatosi ieri pomeriggio in via Dario Campana poco prima delle 14 – il 54 peruviano e la fidanzata di 46 anni, protagonisti della vicenda, non erano molto conosciuti. Qualcuno li aveva incrociati di tanto in tanto: "ma non si andava molto più in là di un saluto" riferiscono i vicini di casa. Una comunità sotto choc, quella di Ina Casa, che si è ritrovata catapultata in un film dell’orrore: in strada le Volanti della Polizia di Stato, gli uomini della Polizia scientifica e i giornalisti, ai balconi dei condomini decine e decine di persone affacciate. Tutti a chiedersi perché. Come sia stato possibile un altro fatto di sangue, a meno di un mese di distanza da quello costato la vita alla 62enne Angela Avitabile, uccisa con dodici coltellate (di cui, fatali, alla gola) dal marito. "Di base questo è un quartiere tranquillo, ci abitano sopratutto persone anziane e qualche straniero – dice una donna che risiede nella palazzina accanto a quella in cui si è consumato il delitto –. Sì, sappiamo che in quel condominio abitano diversi peruviani, ma sono tutte brave persone, tranquille, dei grandi lavoratori, gente che non ha mai dato problemi. So che alcuni lavorano come giardinieri e si prendono cura anche del cortile del palazzo". Per i residenti, nelle ultimo periodo, non ci sarebbero state "urla, liti o altri segnali che potessero far presagire una simile tragedia".

"Un’altra donna uccisa per mano del marito oggi a Rimini, l’ennesimo femminicidio a poche settimane dall’ultimo tragico caso – dice la presidente dell’Assemblea regionale, Emma Petitti -. Con ogni mezzo a nostra disposizione dobbiamo poter fermare questo fenomeno inaccettabile che sta pesantemente segnando la nostra società. Le donne non devono avere paura a denunciare perché a sostenerle c’è una forte rete di protezione e prevenzione creata dai centri antiviolenza e sostenuta dalle istituzioni e dalle forze dell’ordine. C’è poi un grande tema culturale che dobbiamo saper affrontare che riguarda lo sradicamento della cultura patriarcale e della prevaricazione degli uomini sulle donne diffusa in vari contesti sociali". "L’ennesimo omicidio, l’ennesimo femminicidio. Un’escalation di violenze senza fine dettate da rabbia, crudeltà e ignoranza. Non si può assistere ogni giorno a questa carneficina" sono le parole della deputata della Lega, Laura Ravetto.

Lorenzo Muccioli