
Giulia Corazzi, presidente del consiglio comunale e candidata unica al ruolo di segretaria provinciale Pd
Nel nome di Elly Schlein. La tregua raggiunta dal Pd riminese alla vigilia del congresso, con l’accordo sui candidati alla segreteria provinciale e di Rimini, è la risposta all’appello all’unità della segretaria dem. "Ma non parlate di accordo. Perché un accordo si fa tra pochi. Le decisioni maturate sono frutto del nuovo corso che abbiamo voluto intraprendere, tutti insieme, per ricompattare il partito e affrontare le future sfide", spiega Giulia Corazzi. La presidente del consiglio comunale di Rimini, che fa parte dell’ala riformista del partito, è l’unica candidata al ruolo di segretario provinciale. Si candida in ticket con Christian D’Andrea, il vicesindaco di San Clemente, esponente della corrente più a sinistra del Pd: sarà lui il vicesegretario provinciale. Accordo fatto anche per Rimini città: Giacomo Gnoli candidato a segretario comunale e in ticket con Annamaria Barilari, che sarà la vicesegretaria.
La strada per un accordo, fino a poco tempo fa, pareva tutta in salita. Ci sono stati momenti in cui ha temuto che saltassero le trattative e si arrivasse allo scontro al congresso? "Ci sono stati perché è normale che ci sia una dialettica interna al partito. Alla fine abbiamo remato tutti nella stessa direzione, stimolati anche da quanto ci è stato chiesto da Roma e Bologna. Elly Schlein ci ha espressamente chiesto unità al congresso per prepararci al meglio alle sfide che ci attendono. Tra due anni si torna alle urne per le politiche e comunali, qui si voterà a Rimini, Riccione, Cattolica e in altri comuni importanti. Dobbiamo farci trovare pronti".
Il ticket con D’Andrea? "Christian è competente, attento e generoso. Il confronto con lui è stato proficuo. Ci attende un importante lavoro, da portare avanti insieme".
L’ascia di guerra tra le correnti è stata davvero sotterrata? "Abbiamo deciso insieme di iniziare un nuovo percorso politico. Che tenga conto delle diverse sensibilità e posizioni, rafforzandoi il partito. È un percorso che non vale solo per la segreteria provinciale e quella di Rimini, ma anche altre sezioni comunali e negli altri circoli Pd (sono oltre 45 in tutto in provincia)".
Ha già sentito Schlein? "No, non c’è stata occasione. Attenderò la fine del congresso e l’elezione, poi ci sentiremo".
Che Pd uscirà dal congresso? "Un Pd più coeso, che sappia valorizzare competenze ed energie del territorio e ritorni tra la gente. Siamo troppo spesso presi dalle discussioni interne. Dobbiamo occuparci di temi concreti: i referendum a giugno, la sanità, l’emergenza casa, il lavoro".
Una volta che verrà eletta segreteria, si dimetterà da presidente del consiglio? "Ne parlerò con il sindaco Jamil Sadegholvaad e il resto del partito e valuteremo. Ma occorre avviare la riorganizzazione del Pd riminese e fare delle riflessioni. Perché abbiamo tante persone che si fanno in quattro per il partito, da puri volontari, sacrificando la famiglia e il lavoro".
Manuel Spadazzi