Coronavirus a Rimini, Casalboni: "Ho pensato di morire"

L’ex consigliere comunale di Forza Italia è ricoverato all’Infermi per Covid: "A Natale mi hanno diagnosticato una polmonite bilaterale"

Il selfie di Umberto Casalboni dal letto di ospedale

Il selfie di Umberto Casalboni dal letto di ospedale

Rimini, 9 gennaio 2021 - Il respiro è ancora piuttosto affannoso. "Ma ora va molto meglio rispetto a solo pochi giorni fa". Umberto Casalboni, ex consigliere comunale di Forza Italia e coordinatore degli azzurri a Rimini, parla con la voce di chi si sente "un sopravvissuto". Casalboni è ricoverato per Covid dal 27 dicembre, e fino a mercoledì si trovava nel reparto di terapia sub-intensiva. "Per fortuna le cure hanno avuto effetto, e sto migliorando. Ma me lo sono vista veramente brutta. Nei momenti peggiori, ho avuto paura di morire".

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Quando si è ammalato? "Durante le festività. In famiglia quasi tutti abbiamo preso il Covid. Per fortuna i miei familiari se la sono cavata solo con qualche giorno di febbre, ma stanno bene e alcuni hanno già negativizzato il virus. La mia situazione invece è precipitata e hanno dovuto ricoverarmi".

Ha capito com’è nato il contagio in famiglia? "Sì. Un mio familiare era ricoverato all’ospedale Cervesi, a Cattolica, per un altro problema. Pochi giorni dopo il rientro a casa, dall’ospedale l’hanno chiamato dicendogli che c’era stato un focolaio e che doveva sottoporsi al tampone. Lui è risultato effettivamente positivo, nel frattempo il virus, abitando in case vicine una all’altra, si era già diffuso in famiglia. E’ rimasta contagiata anche mia moglie".

Quando le sue condizioni sono peggiorate? "A Natale. Nel mio caso la malattia ha avuto un decorso piuttosto veloce. Mentre i miei familiari hanno accusato solo febbre e altri sintomi minori, io ho iniziato ad avere problemi respiratori sempre più forti. Mi hanno diagnosticato la polmonite bilaterale da Covid, e ho passato diversi giorni nella terapia sub-intensiva".

Ha dovuto indossare anche il casco per la ventilazione assistita? "No, ma sono arrivato a un passo da quello. E’ stata dura, molto dura. Ho avuto brutti pensieri nei momenti peggiori. C’è mancato poco dal trasferimento nella terapia intensiva. Per questo vorrei dire, a chi ancora nega la pandemia o minimizza gli effetti del virus dicendo che è poco più di un’influenza: venite a fare un giro in ospedale, poi ne riparliamo. Cari negazionisti, vi auguro di non ammalarvi e non passare quello che abbiamo affrontato io e tanti altri".

Quando la dimetteranno? "Questo ancora non lo so, spero presto. Due giorni fa mi hanno dimesso dalla terapia sub-intensiva e trasferito in un reparto Covid, perché per fortuna inizio a stare un po’ meglio. Voglio ringraziare tutti i sanitari, dai medici agli infermieri ai paramedici, fino agli inservienti e agli operatori socio-sanitari. Sono davvero tutti gentili, professionali e sempre disponibili. Si fanno in quattro per i pazienti, sono eccezionali. A loro dico: grazie per quello che state facendo".