Coronavirus news Rimini, paura del contagio. Viaggio nei paesi svuotati

Per le strade di San Clemente e Morciano non c’è quasi nessuno, pochissime le persone anche in giro a San Giovanni

San Giovanni in Marignano

San Giovanni in Marignano

Rimini, 27 febbraio 2020 - San Clemente è praticamente deserta, pochissime anche le auto che passano per strada. Pattugliano il municipio il presidente l’assessore alla Cultura e istruzione Stefania Tordi e il presidente del Consiglio comunale, Luca Flacco. E’ lui che risponde al telefono, alle domande di cittadini e commercianti preoccupati non tanto dal caso del ristoratore positivo al coronavirus, quanto dalle ripercussioni economiche che le chiusure di tutte le attività sociali, sportive e i luoghi dove le persone si riuniscono, possono avere sul piccolo paese (5.400 abitanti) provocano sul paese.

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Il sindaco Mirna Cecchini è all’incontro in Prefettura dove si deciderà quali altre misure, eventualmente, adottare ma solo nel caso vengono scoperti altri casi positivi. Nessuno nemmeno nella chiesa del paese, aperta ma completamente deserta, con il cartello della Diocesi di Rimini affisso sulla porta con le nuove indicazioni per i fedeli e per la celebrazione di messe e funerali ai tempi del coronavirus.

Leggi anche I contagi in Emilia Romagna Il ristorante gestito dall’uomo positivo al Covid-19 è poco lontano da San Clemente, sulla strada che porta a valle. Sulla porta una mascherina di carnevale e un foglio con scritto ‘chiuso per malattia’. I tavoli sono apparecchiati, come se dovesse riaprire da un momento all’altro, ma intorno c’è il deserto. Nessuno che si ferma nemmeno a dare un’occhiata, ormai tutti sanno il perché della serrata. Il timore dell’impatto economico negativo non cessa scendendo leggermente, nella cittadina di Morciano, anche questa semideserta.

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«Non ci sono neanche i bambini oggi a giocare in piazzaAlessandra Cesarini, commessa del negozio di frutta e verdura Montanari di fianco al municipio –. Credo che tutto questo sia abbastanza irragionevole, dettato dall’isteria come è accaduto domenica e lunedì, qui in negozio. Le persone litigavano e si strappano le casse di acqua. Molti erano arrivati da Cattolica perché giù i supermercati erano presi d’assalto. Cose mai viste. Probabilmente non si farà nemmeno la fiera di San Gregorio e questo è veramente in grave danno per tutti".

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Ma il nuovo coronavirus non fa paura: "Per quello che ho letto e sentito mi sembra sia meno letale di una normale influenza. Anche questa se una persona è anziana ed ha problemi cronici di salute fa vittime e, mi sembra, molte di più di quelle che sta facendo questo virus", commenta Agostino Montanari, titolare del negozio. Matteo, tecnico operaio di origini polacche che lavora come tecnico a Cattolica, siede di un panchina sotto al porticato del municipio, legge una serie di appunti. Paura del virus? "Neanche per idea". Oggi, nel comune di Morciano, si terrà una giunta per decidere se fare o meno lo storico evento, come confermano gli assessori al Commercio, Enrica Magnani e ai Lavori Pubblici, Danilo Ottaviani. "E’ una fiera estremamente importante per la città, per l’indotto che porta, per i tantissimi che arrivano con i loro stand, per i visitatori che arrivano. Insomma una grande perdita economica nel caso si decida non venga fatta. In tanti chiedono quando finirà questa emergenza", riflettono all’unisono. Qualche persona in più, seduta soprattutto fuori dai locali, la troviamo a San Giovanni. Molto meno però del solito, come conferma Sofia Ceccaroli, barista della Caffetteria Veneto. "Purtroppo un po’ di timore c’è – dichiara la giovane –, le persone stanno più in casa. Adesso un po’ di gente è arrivata essendo ora di pranzo".

Per strada qualche persona che sta rientrando velocemente in ufficio. Sono madri, hanno naturalmente saputo del caso positivo al nuovo coronavirus, ma non c’è timore: né per loro né per i bambini. «Il problema è che essendo chiuse le scuole sono a casa e bisogna oganizzarsi – questo il commento –. E speriamo che tutti passi in fretta".