Coronavirus Rimini 19 marzo, 7 morti in due giorni e 78 nuovi contagi

Crescono ancora i casi accertati di positività al Covid-19. Non si escludono provvedimenti più stringenti per una parte del Riminese

Emergenza coronavirus

Emergenza coronavirus

Rimini, 19 marzo 2020 - Continuano ad aumentare i casi accertati di positività al coronavirus nel Riminese: sono complessivamente 691, 78 in più rispetto a ieri. I decessi sono stati  7 in due giorni, secondo l’ultimo bollettino comunicato, in diretta Facebook, da Sergio Venturi, Commissario all’emergenza per l’Emilia Romagna. Il numero totatle dei decessi sale così a 42 nella nostra provincia, dall'inizio dell'emergenza.

Le ultime vittime sono: una signora di 80 anni e 6 uomini di 76 anni, 78 anni, due di 80, un altro di 81 e uno di 85 anni.

Dei 78 nuovi pazienti risultati positivi a Coronavirus, comunicati dalla Regione, 73 sono residenti in provincia di Rimini e gli altri fuori regione. In un quadro complessivo si registrano 691 casi diagnosticati a Rimini, che riguardano 659 residenti in provincia e 32 cittadini di fuori provincia.

Per quanto riguarda i residenti in provincia di Rimini, i nuovi casi sono rappresentati da 32 uomini e 41 donne. Di essi 27 sono ricoverati in ospedale e gli altri 46 risultano a domicilio in quanto privi di sintomi o con sintomi leggeri.

Provvedimenti più stringenti

Una situazione, dunque, estremamente delicata: per farvi fronte, è già arrivata, ieri sera, l’ordinanza del Presidente della regione Stefano Bonaccini, emanata soprattutto con l’obiettivo di arginare l’assembramento di persone. L’ordinanza contiene misure particolarmente restrittive, tra cui il divieto di corse, passeggiate e attività motoria all’aperto (se non per comprovati motivi di salute) e la chiusura generalizzata di parchi e giardini pubblici. Tuttavia, non si escludono – lo ha confermato Venturi durante la diretta di questo pomeriggio – provvedimenti più stringenti nei confronti di alcune aree del Riminese particolarmente colpite dal contagio, come i sei Comuni della zona sud (Cattolica, San Giovanni in Marignano, Misano Adriatico, San Clemente, Riccione e Morciano di Romagna).

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Nuove misure in vista

Le misure sono ancora oggetto di confronto tra i sindaci, il prefetto e il presidente della Provincia, Riziero Santi e dovrebbero riguardare, in particolare, l’istituzione di una “zona rossa” simile a quella già adottata a Medicina, nel bolognese, con la chiusura di tutti i cantieri e delle attività non essenziali.

Controlli e denunce

Intanto, non si fermano i controlli effettuati dalle forze dell’ordine per verificare il rispetto delle regole da parte dei cittadini: secondo una nota diramata oggi dal Comune di Rimini, nei primi tre giorni della settimana la Polizia municipale ha controllato 336 persone e 357 attività commerciali. Otto le persone denunciate: tra loro, tre ragazzi stranieri, fermati mentre erano in giro in auto tutti insieme, martedì notte; e un giovane riminese che si recava a casa della madre per una cena in famiglia.

L'appello: "Alleggerite gli affitti"

Da registrare, inoltre, l’appello dell’assessore alle Attività economiche del Comune di Rimini Jamil Sadegholvaad ai proprietari di immobili riminesi: «Mi rivolgo – ha fatto sapere l’assessore - ai tanti proprietari di immobili dati in affitto ad uso commerciale o produttivo: negozi, bar, ristoranti, alberghi. L’invito accorato è quello di alleggerire i canoni di affitto, rinunciando magari a una parte di entrate, ma garantendo al proprio locatario condizioni più favorevoli per riprendere in mano la propria attività. Si tratterebbe di un sacrificio nell’immediato, con effetti sul lungo periodo: situazioni emergenziali come quella che stiamo vivendo richiedono il massimo sforzo da parte di tutti e ci danno anche l’opportunità di cambiare prospettiva».

Infine, un plauso alla comunità riminese è arrivato, a conclusione della diretta Facebook, dal Commissario Sergio Venturi: sia per l’impegno profuso dai volontari (29 attivi in provincia nella giornata di ieri) in svariate attività di assistenza alla popolazione, sia per la disponibilità ad accogliere le tante salme di persone decedute per coronavirus nella zona di Bergamo, uno degli epicentri del contagio nel Nord Italia.