Coronavirus, allarme ristoranti cinesi. Clienti in fuga dagli involtini primavera

Crollo di prenotazioni nei locali. I gestori: "Non c’è alcun rischio, i nostri prodotti sono tutti italiani"

XuXuan Hu, per tutti ’Francesco’, titolare del ristorante La Grande Cina, al porto

XuXuan Hu, per tutti ’Francesco’, titolare del ristorante La Grande Cina, al porto

Rimini, 30 gennaio 2020 - Clienti in caduta libera e ristoranti cinesi semideserti. La psicosi da coronavirus contagia i riminesi. Mentre i parrucchieri cinesi di via Castelfidardo spiegano di non aver rilevato segni di inquietudine nei clienti, molti ristoranti ’made in China’ della città registrano disdette e mancate prenotazioni negli ultimi giorni. "Stiamo registrando un forte calo nell’affluenza al nostro ristorante – attacca XuXuyan Hu, per tutti ’Francesco’, titolare de La Grande Cina di via Destra del Porto, locale aperto 25 anni fa –. Queste defezioni da parte dei nostri clienti sono iniziate con le prime notizie arrivate sul virus, la settimana scorsa. E anche questa settimana è iniziata decisamente male, con tanti tavoli vuoti".

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"Questo – prosegue Francesco – nonostante esperti e specialisti abbiano chiarito che al momento non c’è possibilità di trasmissione attraverso il cibo. Tra l’altro noi ci riforniamo per la nostra cucina da grossisti locali: ad esempio da Borgognoni di Rimini per le uova, dall’Arca per altri generi alimentari e così via. Inoltre siamo molto attenti all’igiene e alla preparazione delle pietanze. Purtroppo le continue notizie diffuse dai media, che arrivano dalla Cina, spaventano le persone, che preferiscono evidentemente altre soluzioni. Speriamo che le cose cambino presto perché subiamo conseguenze pesanti dal punto di vista economico".

Stesso disco dal ristorante Sole Cinese di via Luigi Pani: "La gente ha paura, vedono la televisione, le persone che girano in Asia con la mascherina sul viso, i morti, il rischio di contagio in Cina, e si fanno prendere dalla psicosi. Stiamo lavorando molto meno rispetto al solito, sia lo scorso fine settimana che in questi ultimi giorni. Tra l’altro tutto quello che cuciniamo è cibo realizzato con materie prime comprate in Italia, a partire dal pollo, in gran parte qui nella nostra zona".

La cancellazione del Capodanno cinese a Rimini dello scorso sabato, decisa dagli organizzatori per precauzione rispetto alle famiglie cinesi di ritorno a Rimini dopo una vacanza in Cina, ha forse contribuito a spaventare qualcuno. "C’è preoccupazione, stiamo lavorando un po’ di meno del solito – fanno eco dal ristorante Fior di Loto di via Matteotti –, la notizia del coronarivurs in Cina è sempre sulle prime pagine dei giornali e sui telegiornali. Il nostro ristorante è lo scorso anno ha festeggiato il trentennale di attività. I clienti affezionati continuano a venire, negli ultimi giorni mancano un po’ quelli nuovi. Anche se compriamo tutte le merci che cuciniamo qui in Italia". "Con le mie amiche sabato sono andata al nostro ristorante cinese abituale – spiega Mirna –, e abbiamo mangiato benissimo, come sempre. Abbiamo scelto di non farci prendere dal panico, e ci siamo gustate involtini primavera, riso alla cantonese e pollo al limone come sempre". "In questi giorni lavoriamo meno – dicono da China Town di via Michelino in Foro –, la gente si spaventa per le notizie che arrivano dalla Cina e molti rinunciano".

Chi la psicosi da ristoranti cinesi sia infondata lo confermano gli esperti: "Il nuovo coronavirus – spiega l’infettivologo Massimo Andreoni – ha fatto il salto di specie dall’animale all’uomo in un mercato di animali vivi a Wuhan. E ora è ulteriormente mutato diventando in grado di trasmettersi da uomo a uomo. Capisco che la presenza di una nuova infezione preoccupi, ma non dobbiamo arrivare ad aver paura della nostra ombra. Né gli oggetti né il cibo del ristorante possono veicolare il microrganismo". Insomma, ’assolti’ involtini primavera e ravioli.